A un Comune come Campiglia non può essere affidato oggi il futuro di Suvereto

Comunicato
Fin dalle prime notizie circa la ipotesi di fusione tra Suvereto e Campiglia Marittima, il Comitato per Campiglia è stato nettamente contrario, visto che nessuno dei due sindaci, aveva sentito la necessità di un preventivo approfondimento partecipativo delle due comunità chiamate ad una scelta IRREVERSIBILE.
Tutto il dibattito successivo, avvenuto solo dopo che chi governa aveva già deciso che la fusione tra comuni era l’ unica strada percorribile, e ultimamente l’incontro-confronto pubblico tra Comitati del Si e del No avvenuto a Suvereto il 5 Settembre, non hanno portato alcun elemento nuovo che permettesse al Comitato di cambiare opinione.
Innanzi tutto il problema economico, certamente fondamentale, né Pioli né Soffritti hanno dimostrato di avere cercato altre strade. Quanto alle cifre, sempre più alte, che secondo i sindaci sicuramente la fusione avrebbe portato, non si dice mai abbastanza ai cittadini che non c’è alcuna certezza sull’entità e sulla durata, né alcun conto preciso su costi e ricavi. Per tanto a queste promesse elettorali potremmo crederci, forse, solo se chi vuole la fusione facesse una fidejussione a garanzia degli eventuali mancati incassi promessi.
Quanto al processo partecipativo, pur avendo di fronte una scelta drammatica, nulla è stato fatto e Rossana Soffritti dimostra di essere completamente ignorante in materia, quando sostiene che gli incontri, come quelli semideserti di Venturina e Campiglia o quelli pieni di gente di Suvereto, sono il processo partecipativo. I percorsi partecipativi si fanno prima della scelta tra più opzioni, e non dopo, se no si chiama ricerca del consenso!
I Sindaci si sono poi sbracciati a rassicurare che Suvereto non diventerebbe una frazione ignorata del Comune di Campiglia portando a riprova il democratico sistema delle rappresentanze in Consiglio Comunale che prescinderà numericamente dall’appartenenza al Comune di Suvereto o di Campiglia. Di fatto, vista la antidemocratica legge elettorale toscana che ha ispirato l’attuale “porcellum” nazionale, il fattore numerico degli elettori resterà, e pertanto chi deciderà saranno le segreterie del PD e gli elettori di Venturina, frazione che di fatto è il capoluogo del Comune e che negli incontri promossi dal Comune ha dimostrato un disinteresse totale di fronte al problema.
In realtà Campiglia Marittima infatti non esiste più, è praticamente morta, con servizi pubblici e privati in progressiva diminuzione.
Infine il Comitato per Campiglia sottolinea che la fusione comporterà che la gestione tecnica del nuovo comune sarà inevitabilmente data in mano a Campiglia che ha già dei dirigenti. Vedendo quali scelte tecniche, oltre che politiche, sono state fatte da 18 anni a questa parte, questa eventualità preoccupa. Un Comune in cui sono state fatte scelte urbanistiche ancora basate sullo sviluppo del cemento (ribadite nell’ultimo RU), senza capire la crisi del settore; in cui sono stati approvati progetti pubblici e privati con livelli qualitativi bassissimi in nome del lavoro, come se lavoro e qualità di vita fossero inconciliabili; un Comune in cui da anni non esiste alcuna proposta innovativa (quando vengono fatte da qualcuno che non sia a capo del governo, vengono regolarmente deprezzate); un Comune che non è riuscito a impedire la morte del suo centro storico importante e più grande di Suvereto; un Comune in cui non è mai stato possibile andare oltre l’economia delle cave e dove non si è mai fatto alcun tentativo per accollare ai proprietari delle cave che sfruttano il bene comune del paesaggio, i costi necessari a tutelare il territorio e a creare posti di lavoro che impediscano i ricatti occupazionali già visti per le cave di Montorsi e Botro ai Marmi; in breve a un Comune dove ancora avviene tutto ciò non può essere affidato oggi il futuro di Suvereto. Non solo, aggiungiamo anche che in caso dell’auspicata unione di funzioni, dovrà essere attentamente rivisto il livello qualitativo delle strutture tecniche.
Comitato per Campiglia
Alberto Primi
Sulla stampa:
CAMPIGLIA PARLA IL PRESIDENTE DEL COMITATO CITTADINO. IL GIUDIZIO SULL’OPERAZIONE
«Non ci sono certezze sui fondi» Primi: «Il Comune unico non ha garanzie dei benefici economici»
«NON C’È alcuna certezza sull’entità e sulla durata dei finanziamenti, né alcun conto preciso su costi e ricavi». Il Comitato per Campiglia ribadisce il no alla fusione fra i Comuni di Campiglia e Suvereto. Fin dalle prime notizie circa la ipotesi di fusione tra Suvereto e Campiglia Marittima.
«L’INCONTRO-confronto pubblico tra Comitati del Sì e del No avvenuto a Suvereto, – insieme a tutte le altre precedenti iniziative – non ha portato alcun elemento nuovo che permettesse al Comitato di cambiare opinione – spiega il presidente Alberto Primi – innanzitutto il problema economico, certamente fondamentale, né Pioli né Soffritti hanno dimostrato di avere cercato altre strade. Quanto alle cifre, sempre più alte, che secondo i sindaci sicuramente la fusione avrebbe portato, non si dice mai abbastanza ai cittadini che non c’è alcuna certezza sull’entità e sulla durata, né alcun conto preciso su costi e ricavi. Per tanto a queste promesse elettorali potremmo crederci, forse, solo se chi vuole la fusione facesse una fidejussione a garanzia degli eventuali mancati incassi promessi. Quanto al processo partecipativo, pur avendo di fronte una scelta drammatica, nulla è stato fatto e Rossana Soffritti dimostra di essere completamente ignorante in materia, quando sostiene che gli incontri, come quelli semideserti di Venturina e Campiglia o quelli pieni di gente di Suvereto, sono il processo partecipativo. I percorsi partecipativi si fanno prima della scelta tra più opzioni, e non dopo, se no si chiama ricerca del consenso. I sindaci si sono poi sbracciati a rassicurare che Suvereto non diventerebbe una frazione ignorata del Comune di Campiglia portando a riprova il democratico sistema delle rappresentanze in Consiglio comunale che prescinderà numericamente dall’appartenenza al Comune di Suvereto o di Campiglia. Di fatto, vista la antidemocratica legge elettorale toscana che ha ispirato l’attuale “porcellum” nazionale, il fattore numerico degli elettori resterà, e pertanto chi deciderà saranno le segreterie del Pd e gli elettori di Venturina, frazione che di fatto è il capoluogo del Comune e che negli incontri promossi dal Comune ha dimostrato un disinteresse totale di fronte al problema. In realtà Campiglia Marittima infatti non esiste più, è praticamente morta, con servizi pubblici e privati in progressiva diminuzione”.
INFINE il Comitato per Campiglia sottolinea che «la fusione comporterà che la gestione tecnica del nuovo comune sarà inevitabilmente data in mano a Campiglia che ha già dei dirigenti. Vedendo quali scelte tecniche, oltre che politiche, sono state fatte da 18 anni a questa parte, questa eventualità preoccupa. Un Comune in cui sono state fatte scelte urbanistiche ancora basate sullo sviluppo del cemento (ribadite nell’ultimo RU), senza capire la crisi del settore; in cui sono stati approvati progetti pubblici e privati con livelli qualitativi bassissimi; un Comune in cui da anni non esiste alcuna proposta innovativ«».
La Nazione 10.9.2013