Progetto di cava di marmo vicino a San Carlo, società contro Comune di Castagneto
Troppi ostacoli e lungaggini. La Marmi di Maremma Srl punta a stringere i tempi e si rivolge al Tar della Toscana per sbloccare il progetto di riapertura della cava “Broccatello della Gherardesca”. Un braccio di ferro con l’amministrazione comunale di Castagneto Carducci che nel frattempo ha deliberato l’adeguamento degli strumenti urbanistici alle previsioni del Piano della attività estrattive della Provincia di Livorno (Paerp), in vigore dallo scorso 16 luglio, attivato la procedura per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto. E sono proprio questi due atti al centro del ricorso in cui la società, di cui è amministratore Riccardo Mariotti, chiede l’annullamento oltre al risarcimento dei danni per il tempo trascorso dall’entrata in vigore del Paerp.
«Nessuno nega che nel Paerp ci sia la previsione del sito di cava – dice i sindaco di Castagneto, Sandra Scarpellini. Ma dall’entrata in vigore del Piano la legge fissa in sei mesi il termine per l’avvio delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici del Comune. Un passaggio che abbiamo fatto tanto che nei prossimi giorni provvederemo ad affidare l’incarico a un tecnico esterno per la variante al Regolamento urbanistico. Nel frattempo, si tratterà di seguire anche le indicazioni che emergeranno dal Piano di indirizzo territoriale (Pit) in fase di approvazione definitiva in Regione e in particolare se saranno previste prescrizioni specifiche per la riapetura di siti di cava dismessi da più di vent’anni».
Sul tavolo c’è il progetto della Marmi di Maremma. Un fronte di 12 ettari all’interno di una proprietà di 106, dentro i confini amministrativi di Castagneto ma con inevitabili riflessi su San Vincenzo. I giacimenti di marmi che l’amministratore della società Mariotti non ha esitato a definire «pregiati» si trovano tra il monte Verdello a ovest, il Romitorino a est, a sud della Rocchetta e a nord da Ortali. In linea d’aria a circa 300 metri dalle cave di calcare Solvay a San Carlo.
«Siamo convinti di muoverci all’interno di quanto prevede la legge, anche a tutela degli interessi dell’impresa, ma faremo anche ogni possibile passaggio perché non sia lasciato niente che non sia chiaro – sottolinea il sindaco –. Si tratta di un’attività invasiva e non peculiare del nostro territorio, vocato al turismo». Che sottolinea: «A livello amministrativo non ci sono automatismi tra la previsione del Paerp, che si limita a prendere atto che sul nostro territorio esistono due siti di cava, e il titolo giuridico alla coltivazione».
Nel capitale della società Marmi di Maremma, creata alla fine di novembre del 2012, partecipano con quote del 50% Riccardo Mariotti e la Demetra Italia Srl, azienda attiva nel settore del commercio all’ingrosso di marmi con sede a Massa Carrara. Ed è proprio dal sito della società di Carrara che viene messa in luce la portata dell’investimento: 2 milioni di euro. Il tutto a fronte di un piano di coltivazione che dovrebbe svilupparsi su tre livelli e altrettanti gradoni, ciascuno di 6 metri d’altezza. Il progetto prevede una durata di 8 anni e una stima di 31.736 metri cubi di materiale escavato, con una produzione di blocchi di marmo complessiva di 9.520 metri cubi.
Manolo Morandini – Il Tirreno 26.2.2015
La strada di accesso alla cava è una delle criticità del progetto evidenziata nelle conclusioni della procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto di coltivazione e ripristino ambientale della cava “Broccatello della Gherardesca”. L’accesso è previsto tramite una strada esistente che parte dalla Vecchia Aurelia e dopo circa 5,3 chilometri arriva all’attuale piazzale di cava, a quota 196 metri sul livello del mare. Il percorso che attraversa due strade vicinali, quella delle Rozze dell’Acquaviva e quella del Verdello che per le loro particolari condizioni dovranno essere sottoposte a importanti interventi per consentire il transito dei mezzi pesanti adibiti al trasporto dei materiali cavati, circa 200 i camion nell’arco di un anno. Inoltre, il tracciato insiste in aree sottoposte a vincolo idrogeologico e paesaggistico.