Un veglione di protesta – Il Tirreno parla del capodanno alle Lavoriere
Notte di festa e di protesta in campagna, tra i poderi e le abitazioni delle Lavoriere, per dire no al progetto di cementificio e difendere il territorio rurale. Gli abitanti della zona, insieme al Comitato per Campiglia, hanno raccolto adesioni da tutta la Val di Cornia e oltre.
«Tanto che abbiamo dovuto rinunciare alla cena collettiva – raccontano – accontentandoci di salutare l’anno nuovo all’aperto, nel grande cortile che si affaccia su una bella campagna di campi coltivati in mezzo ai quali già svetta l’impianto Betonval di Trafossi, a cui si aggiungeranno altri impianti per il cemento se andrà avanti la variante urbanistica approvata dal Comune di Campiglia».
Verso mezzanotte diversi gruppi di amici, sfidando la serata fredda, si sono uniti agli abitanti delle Lavoriere e intorno a un grande falò hanno brindato e festeggiato l’arrivo del 2009 con l’augurio «che sia un anno migliore per il territorio, risorsa fondamentale a cui non si può rinunciare».
Tra striscioni e cartelli contro il cementificio e la speculazione, canti e scambi d’auguri, alcuni poeti estemporanei della tradizione contadina hanno inscenato un significativo “contrasto”, cioè un duello cantato in ottava rima tra due personaggi (il contadino e il sindaco) sul tema della serata che si conclude con un accorato appello al primo cittadino: “La si ricordi che alle Lavoriere / ‘un ci si vol dell’attre ciminiere”. «Un modo divertente e ironico – concludono – per denunciare i pericoli che insidiano l’agricoltura e il paesaggio rurale di questa parte della Toscana».
02.01.2009
Il Tirreno