«Tutela dell’ambiente per un vero rilancio del settore turistico»
Domenico Finiguerra parla di San Vincenzo e dei guai del cemento «La cura del dissesto idrogeologico porterebbe lavoro»
E’ stato recentemente in Val di Cornia a parlare della corretta gestione del territorio. Qui ha potuto conoscere San Vincenzo, il paese in cui risiede Salvatore Settis, amico e compagno nella battaglia per lo stop al consumo del territorio. Domenico Finiguerra, 42 anni, promotore del movimento “Stop al consumo di territorio” ed ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano, paesino alle porte di Milano, è stato il “sindaco più virtuoso d’Italia”, e il suo Comune è il primo nella storia della penisola ad aver approvato un piano regolatore senza consumo di nuovo suolo (col 73% di raccolta differenziata e benefit per i cittadini).
La visione di San Vincenzo ha prodotto in lui reazioni contraddittorie. «Da una parte – dice Finiguerra – la meraviglia per un territorio splendido, dall’altra, la rabbia e la delusione per come esso è stato ferito dal cemento. San Vincenzo è quasi al 20% di consumo di suolo. Centinaia di alloggi costruiti in questi anni sono rimasti invenduti: dati che dimostrano il fallimento di questo modello». Finiguerra spiega che ogni secondo, in Italia, se ne vanno, sotto i colpi di badile e cazzuola, 8 mq di suolo, e circa due terzi delle coste tirrenica e adriatica sono stati cementificati.
«Per bloccare questo scempio, servono – dice Finiguerra – solidità politica e impermeabilità alle pressioni esterne. Per arginare ciò, è necessaria una forte condivisione delle scelte da parte della comunità e una continua partecipazione della stessa, a partire dai bambini, alle decisioni dell’amministrazione, con utilizzo e incentivo al recupero dei volumi esistenti. In più, una seria politica di bilancio che renda indipendenti sia le spese correnti che quelle in conto capitale dagli oneri di urbanizzazione dovuti a nuovi insediamenti e che ricerchi risorse alternative».
Secondo Finiguerra «la ricetta per vivere di turismo, come San Vincenzo dovrebbe e potrebbe è la tutela del proprio straordinario paesaggio, dell’ambiente, dell’agricoltura e del suolo. Il turista non vuole ritrovarsi in un’altra città, ma la bellezza di un ambiente curato e di un paesaggio tutelato. I posti di lavoro, anche a San Vincenzo, sarebbero moltissimi». E per far ripartire l’edilizia e dare posti di lavoro, Finiguerra ha le idee chiare, anche tenendo conto della necessità di arginare il rischio idrogeologico presente qui come in molte altre parti d’Italia. «Non s’inventa niente – sostiene – La necessità di recupero del patrimonio edilizio esistente a San Vincenzo è notevole. E poi, la cura del dissesto creerebbe moltissimi posti di lavoro.
Il cemento è una delle cause principali del dissesto: se il ciclo idrico si blocca e la terra viene sigillata, l’acqua scorre sempre più veloce e crea disastri. In Italia, negli ultimi 60 anni, vi sono stati 61 miliardi di danni a causa del dissesto, ossia un miliardo l’anno. Prima dell’ultimo disastro in Sardegna, il governo Letta ha stanziato solo 30 milioni per il dissesto. Dopo l’alluvione ne sono stati stanziati altri 200, sempre sotto il livello dei danni. Le grandi opere dovrebbero essere quelle realizzate per arginare questo problema , e ciò darebbe lavoro e salverebbe il territorio».
Per Finiguerra, c’è stato in questi anni un cambiamento a livello culturale. «Con tutta la cittadinanza unita – dice – a Cassinetta abbiamo potuto respingere le pressioni dei privati. C’è stato un cambiamento culturale. A San Vincenzo ho visto che i candidati di tutte le forze politiche propongono consumo di suolo zero. Non posso che esserne contento. Ma occhio a chi lo propone: diffido di chi rappresenta parti politiche che fino a oggi, da voi, hanno rappresentato il partito del cemento».
Contrario all’Autostrada Tirrenica e al progetto Sat («un danno economico e ambientale notevole, che richiamerebbe a sua volta altre opere di urbanizzazione»), Finiguerra conclude con una frase che chiama in causa la coscienza personale: «Ho proposto la difesa del suolo e l’ho attuata: in futuro, potrò guardare mio figlio con tranquillità».
Paolo Federighi- Il Tirreno 10.2.2014
E’ stato anche sindaco più virtuoso in Italia
Ha solo 42 anni, ma è stato dal 2002 al 2012 sindaco di Cassinetta di Lugagnano, paesino alle porte di Milano riserva della “biosfera Unesco”. Cassinetta è stato il primo comune in Italia ad aver approvato un piano regolatore che esclude la possibilità di edificare occupando nuovo territorio. Domenico Finiguerra è ora noto in tutto il Paese. Ambientalista, è stato uno dei principali promotori del movimento nazionale “Stop al consumo di territorio”. Sindaco “più virtuoso d’Italia” – ha vinto il premio nel 2008 – è membro dell’associazione internazionale “Mayor for peace”, ed è coautore dello spettacolo “Un nuovo mondo è possibile”, in cui si racconta come gestire correttamente il suolo. Nel ’94 viene eletto consigliere comunale ad Abbiategrasso per il Pds, ma si dimette per divergenze sulla politica urbanistica e la tutela dell’ambiente. Nel 2002 viene eletto sindaco a Cassinetta con il 50,1% alla guida della lista civica di centrosinistra “Per Cassinetta”, e nel 2007 viene riconfermato sindaco con il 62%. Attualmente è consigliere comunale ad Abbiategrasso.