«Turismo vero? Baratti deve cambiare» I socialisti sulle polemiche legate al piano particolareggiato
«Baratti deve cambiare se vogliamo il turismo – intervengono, in argomento, Stefano Ferrini segretario Psi e Federico Mambrini capogruppo Psi del gruppo misto – Gruppi su Facebook, un comitato cittadino di un altro paese che interviene duramente, alcune lettere di cittadini, tutto questo denota un grande interesse per Baratti, motivato dall’attaccamento e dalle preoccupazioni che un piano urbanistico possa comprometterlo.
Ma tante e così accese polemiche sono davvero giustificate? – aggiungono – Attualmente Baratti cosa porta all’economia della città? Ci sono le attività commerciali, ci sono quelle che lavorano col porticciolo, c’è il parco archeologico. Ma il turismo che muovono, eccezion fatta per il parco ed in parte per il porticciolo, è legato solo al mordi e fuggi della domenica».
«Siamo sicuri che le baracche di lamiera insieme a casupole abusive imboscate in vari punti, che un porticciolo con uno scheletro di pontile, che una passeggiata anonima e senza arredo urbano, che i vari stabili decadenti, rendano Baratti un gioiello? E la bozza di piano, peraltro non ancora discussa in maggioranza, che prevede un riordino urbanistico dei vari edifici, un porticciolo come si deve con una riorganizzazione dei servizi e degli spazi in mare ed a terra, una passeggiata con uno stile consono al posto, qualcuno può davvero pensare che tutto questo sia un piano di cementificazione? Si inizi un percorso serio di partecipazione, sul modello di quello fatto per piazza Bovio, e siamo sicuri che i tanti dubbi, perplessità e perfino contrarietà, potranno scomparire».
Il Tirreno 15.9.2010
INTERVENTO DEL SOCIALISTA FERRINI E DI MAMBRINI DEL GRUPPO MISTO
«Se vogliamo il turismo Baratti deve cambiare»
«BARATTI deve cambiare se vogliamo il turismo». A sostenerlo è il Partito socialista con il segretario Stefano Ferrini ed il capogruppo Psi gruppo misto Federico Mambrini. «Gruppi su Facebook, un comitato cittadino di un altro paese che interviene duramente, alcune lettere di cittadini, tutto questo denota un grande interesse per Baratti, motivato dall’attaccamento e dalle preoccupazioni che un piano urbanistico possa comprometterlo. Ma tante e così accese polemiche sono davvero giustificate? Attualmente Baratti cosa porta all’economia della città? Ci sono le attività commerciali, ci sono quelle che lavorano col porticciolo, c’è il parco archeologico. Ma il turismo che muovono, eccezion fatta per il parco ed in parte per il porticciolo, è legato solo al mordi e fuggi della domenica. Può bastare per un luogo che ha così tante possibilità? Si parla poi di Baratti come gioiello per come è stato preservato. Ma siamo sicuri che le baracche di lamiera, che un porticciolo con uno scheletro di pontile, che una passeggiata anonima e senza arredo urbano, che i vari stabili, da quello per la scuola di vela fino al Casone, che danno sfoggio di un’architettura decadente nel senso più proprio del termine, siamo sicuri che tutto questo rendano Baratti un gioiello?»
« E LA BOZZA di piano, peraltro non ancora discussa in maggioranza, che prevede un riordino urbanistico dei vari edifici, la possibilità di realizzare un albergo di qualità al Casone preservandone caratteristiche e metri cubi ed uno nello stabile della Croce Rossa a Populonia, un porticciolo come si deve con una riorganizzazione dei servizi e degli spazi in mare ed a terra, una passeggiata con uno stile consono al posto, qualcuno può davvero pensare che tutto questo sia un piano di cementificazione? E che realizzare una spiaggia attrezzata con un solarium in legno, in una zona non frequentata dai bagnanti e senza togliere spiaggia pubblica, a servizio di strutture ricettive che creano occupazione e ricchezza tutto l’anno significhi creare privilegi per pochi?»
«DICIAMOCI la verità: Baratti è stato abbandonato per anni al suo degrado, cosa che ha consentito a pochi anche di organizzarsi un “turismo fai da te”, povero e che tutto porta meno che qualità, sviluppo ed occupazione. Ma se ci si oppone anche ad un piano che riorganizza e qualifica senza metri cubi in più allora diciamoci francamente che vogliamo andare avanti con l’industria come solo sbocco lavorativo. E sulla chiusura al traffico, tra quella totale, che anche noi rifiutiamo, e la situazione attuale, crediamo possano esistere forme parziali. Anche l’ipotesi di un’area commerciale alle Caldanelle è negativa. Si inizi quindi un percorso serio di partecipazione e siamo sicuri che i tanti dubbi, perplessità e perfino contrarietà potranno scomparire».
m.p.
La Nazione 15.9.2010