Tesoro ai piedi del Mausoleo di Caldana

Tesoro ai piedi del Mausoleo di Caldana

Trovata una tomba del II o I secolo a.C. Nella sepoltura un corredo di 15 pezzi tra cui spicca un anello in oro e granato. Lo scavo prosegue in zona Pulledraia.

Grande scoperta allo scavo del Mausoleo di Caldana: l’equipe di Sostratos ha riportato alla luce una tomba dell’epoca romana, con resti e corredo funebre. Un tassello destinato a ricostruire le origini di Venturina da sempre considerata una “giovane frazione”.

Soddisfazione da parte dell’assessore alla Cultura Gianluca Camerini, a cui si deve l’avvio dell’indagine archeologica cominciata il 15 giugno e da lui seguita costantemente, anche sul posto. A sostenere la campagna di scavo sono Kostelia, Kostelitalia, Simi, Berrighi Costruzioni, Finedil, Calidario Terme, Le Corti del Sole, Carvedil edilizia, Eredi Micaelli Lido prodotti siderurgici, Horus, Bar Tabacchi Buccianti, 2G Logistica, Sostratos onlus e Lorenzo Benini che hanno messo a disposizione le risorse economiche e scientifiche.

Sin dai primi giorni lo scavo aveva dato conferme alle ipotesi di un sottosuolo che conservasse tracce di epoca romana. La scoperta della tomba ha entusiasmato molti cittadini. È il trust di scopo Sostratos, diretto dall’archeologo Alessandro Viesti, a fornire il fine settimana il resoconto dell’indagine che oltre all’area del Mausoleo interessa, a poche centinaia di metri a nord, anche un terreno in località Pulledraia.

«Durante questa terza settimana di scavo – si legge nell’ultimo aggiornamento -, ai piedi del Mausoleo di Caldana, è stato individuato un profondo taglio nel banco di travertino la cui indagine ha portato al rinvenimento di un corridoio al cui termine, dopo un muretto in pietre e calce, è stata rinvenuta una tomba a camera contenente ancora il corredo e le ossa cremate del defunto».

Si tratta di un corredo composto da 15 pezzi tra ceramica e metalli. «Spiccano un anello in oro e granato, un simpulum (il nostro ramaiolo) in bronzo, due strigili in ferro, i resti di un cinturone in bronzo e, tra le ceramiche, un piatto in terra sigillata italica e due pezzi in ceramica a pareti sottili.

L’indagine della tomba è terminata la mattina del 3 luglio con il rilievo della struttura: i primi elementi di analisi fanno datare l’ipogeo tra il II ed il I secolo a.C., quindi al periodo romano repubblicano, che evidentemente fa escludere una sua connessione cronologica con il Mausoleo di Caldana».

Oggi riprenderanno le indagini nella zona della Pulledraia «con la pulitura del lastricato e di alcuni accenni di muro che sembrano appartenere ad una struttura di cui è ancora difficile identificare epoca ed uso» precisano da Sostratos.

La scoperta premia gli sforzi dell’amministrazione comunale che ha promosso l’operazione con la Soprintendenza archeologica per le province di Pisa e Livorno, che Camerini, storico, aveva contattato nei mesi scorsi illustrando i risultati di alcune scoperte fatte in Caldana, grazie anche agli studi di Piero Cavicchi dell’Associazione archeologica piombinese.

Le parole dell’assessore non nascondono la soddisfazione: «C’era chi, scherzosamente, dal marciapiede ci chiedeva: Che fate, cercate il tesoro?! – afferma -. Ebbene, il tesoro c’era davvero, un tesoro che sarà restaurato ed esposto non appena sarà possibile. Volevamo offrire un valore aggiunto al parco termale e ci stiamo riuscendo. Avanti così, verso nuove scoperte».

Annalisa Mastellone – Il Tirreno 6.7.2020

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