Surreale la riunione della commissione urbanistica su Rimigliano

«Il 30 settembre, in consiglio, approveremo il piano della Tenuta di Rimigliano». L’annuncio è del sindaco Michele Biagi, ed è successivo alla commissione urbanistica dello scorso venerdì, il cui scenario è stato surreale.
Una commissione attesa, con molti cittadini ad assistere nell’aula del palazzo della cultura. I componenti presenti erano solo due: Nicola Bertini e l’avvocato Davide Lera, capigruppo delle opposizioni, presidente e vice della stessa commissione. Per la maggioranza, è intervenuto, da esterno, il capogruppo consiliare del Pd, Paolo Corzani. A verbalizzare, il tecnico comunale Fausto Salti. Il dirigente dell’area servizi per il territorio, Andrea Filippi, non si è presentato per “impegni improrogabili”.

Lo scenario non ha però smorzato la discussione. Bertini ha chiesto di far luce sul patrimonio edilizio esistente nella Tenuta, che, stando ad alcuni calcoli, sarebbe molto inferiore ai 17.000 mq dichiarati dalla giunta. Nessuno ha saputo fugare i dubbi, ma a riaccendere il confronto è stata l’analisi – non approfondita – della bozza delle controdeduzioni (80 pagine) alle osservazioni della Regione, consegnata alla commissione da Filippi. Per Bertini, «sono spuntati in questo fascicolo 2.300 mq di stalle sparse da trasformare in case. Vi sono fagianaie, voliere, perfino pozzi che non sono mai apparsi in alcun documento ufficiale». Evidenti le perplessità espresse da Fausto Salti, e dubbi anche da parte di Corzani. Dalle controdeduzioni, secondo Bertini, risulterebbero 11.665 mq di demolizioni, con “il podere Uguccione – ha detto – di 959 mq, che viene trasformato in 1.822 mq di case. Per quali strane alchimie i volumi lievitano?“.

L’architetto Alberto Primi, presidente del Comitato per Campiglia, è stato invitato ad illustrare i suoi calcoli sul patrimonio esistente nella Tenuta, che ammonterebbe, secondo l’architetto, a 12.500 mq totali, di cui solo 9.500 da trasformare in case. Lera ha chiesto che nel prossimo consiglio «siano mostrate certificazioni attestanti il patrimonio dell’area», e si è detto deluso da maggioranza e dirigenza: «Qui – ha detto – si disertano le commissioni e si procrastinano ad oltranza le discussioni su fatti importanti. Quale può essere, così, il confronto democratico?». La discussione si è poi spostata sui Lecci. Ma in questo caso, in mancanza di qualcuno che potesse aggiornare sulla situazione e spiegare che cosa sia accaduto dentro il bosco di via della Principessa, non c’è stato molto da dire.
PAOLO FEDERIGHI – Il Tirreno 13.9.2011

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