SOS a Baratti: scavi e chiesina a rischio erosione, spuntano ossa sulla sabbia

Finito il tempo dell’attesa. Lunedì durante l’incontro a Firenze, la Regione ha confermato il suo appoggio economico. Dunque si metterà mano alla realizzazione della barriera anti erosione entro metà settembre. Gli interventi nel golfo erano ormai improrogabili. La chiesina di San Cerbone così come i vicinissimi scavi si trovano in balia delle piogge e delle mareggiate. «A partecipare all’incontro – dice l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – l’ufficio tecnico del Comune. Nell’occasione è stato ribadito il parere positivo». Come già annunciato si comincerà concentrandosi proprio sul tratto più a rischio, quello della chiesina di San Cerbone e dei vicini scavi (nella foto). «La Regione – ricorda Chiarei – è pronta a reintegrare il finanziamento all’80%, superando i problemi legati al patto di stabilità». Fondi in realtà già stanziati col maxi progetto per la protezione e il ripascimento di Baratti.
(c.c.) Il Tirreno 25.8.2011

SOS a Baratti: scavi e chiesina a rischio erosione, spuntano ossa sulla sabbia

Non è una favola che dopo ogni mareggiata, tra le scorie di metallo, si possano trovare in spiaggia piccoli reperti etrusco-romani. Tutta un’altra cosa quanto accaduto negli ultimi 10 giorni a dei turisti che – tra i teli da mare – hanno visto sbucare ossa “piovute” sull’arenile per colpa dell’erosione, dagli scavi ancora in corso tra la chiesina di San Cerbone e il Casone.

Nella giornata di ieri, per quanti avevano scelto questo golfo magico dove trascorrere la domenica, un’ulteriore sorpresa. «Gli archeologi che stanno ancora lavorando agli scavi proprio a ridosso del mare – racconta, un po’ emozionato, Roberto Filippi piombinese-suveretano, che da 35 anni sta a Torino – hanno trovato due scheletri quasi interi». «Quando ci siamo fermati a fare domande – aggiunge Filippi – ce li hanno fatti vedere, dandoci anche delle spiegazioni. Davvero una bella quanto inattesa esperienza. I reperti sono stati poi tutti adeguatamente ricoperti e messi in sicurezza».

Ancora all’opera nell’area – che è stata luogo di lavoro prima per gli etruschi poi per i romani – ci sono esperti della Soprintendenza archelogica della Toscana e dell’università di Siena. Le grandi manovre di ricerca, qui, sono cominciate nel 2002, quando in realtà fu il mare a “scoprire” muretti e forni per la cottura del minerale. Da allora le operazioni sono state dirette da Andrea Camilli, della Soprintendenza ai beni archeologici della Toscana, e da Franco Cambi dell’università di Siena.

Molte le scoperte: sulla duna è stata individuata un’industria del ferro poi forni, scorie di rame e appunto anche tombe. Da considerare che nel primo medioevo gli edifici sarebbero stati convertiti per salare il pesce.
Un altro spicchio di parco archeologico su cui incombe il rischio della prossimità con la spiaggia e dunque col mare. Considerando che l’erosione insidia ormai da tempo infinito le fondamenta della chiesina di San Cerbone, pure gli scavi sono costantemente in pericolo. Basterebbe poco per fare un disastro. Una burrasca e il gran lavoro degli esperti finirebbe nel nulla.

L’attenzione degli enti locali c’è, ma gli interventi anti erosione non sono ancora cominciati. «E ci vorrà almeno un altro mese – interviene l’assessore all’ambiente del Comune di Piombino, Marco Chiarei – Abbiamo fatto di tutto per dare il via ai lavori prima di agosto, ma non è stato possibile».

«Sempre molti problemi, anche per l’ufficio tecnico comunale, dal punto di vista burocratico. Comunque – sottolinea l’assessore – proprio domani (oggi) ci sarà a questo proposito un incontro in Regione. Tutto per far partire il cantiere per realizzare la barriera anti erosione coi tubi in tessuto (pieni di sabbia, lunghi una ventina di metri) sul fondo del mare da metà settembre, massimo primi di ottobre».

«Si comincerà concentrandosi proprio sul tratto più a rischio, quello della chiesina di San Cerbone e dei vicini scavi. La Regione – assicura – dovrebbe riuscire a coprire, economicamente, il primo tratto anticipando un finanziamento già stanziato e legato al grande progetto per la protezione e il ripascimento di Baratti».
Le mareggiate sono dietro l’angolo. «Appunto, si tratta di un ’operazione che risulta ormai improrogabile» conclude Chiarei.
CECILIA CECCHI – Il Tirreno 22.8.2011

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