Slittano gli interventi anti erosione a Baratti

Potrebbero partire entro la fine dell’anno i lavori di restauro dei geotubi di San Cerbone, danneggiati – l’inverno scorso – da vento e mareggiate. «Almeno questo è ciò che speriamo – specifica l’assessore all’ambiente Marco Chiarei – In ogni caso il nostro proposito è quello di avviare e svolgere le operazioni prima di trovarsi in pieno inverno». Attualmente i tecnici del Comune sono all’opera attorno a un piccolo progetto per definire le caratteristiche dell’intervento, che sarà poi eseguito dalla stessa ditta (la Geo.Co di Cagliari) che a suo tempo si occupò della preparazione e dell’allestimento dei «sacconi».
Al momento, spiega ancora Chiarei, l’ufficio tecnico sta definendo alcuni dettagli di ordine tecnico, per i quali è atteso anche un parere – seppur non formalissimo – da parte della Regione: particolari di piccolo conto che non dovrebbero più di tanto allungare i tempi di intervento. Del resto non che ne manchi la necessità: man mano che le settimane corrono sembrano infatti sempre più compromettersi le condizioni dei sacconi ripieni di sabbia, istallati nel corso dell’inverno e della primavera del 2012 e già da diversi mesi danneggiati da diversi strappi e tagli.
La zona del golfo è sottoposta a innumerevoli correnti: le onde sbattono di continuo ciottoli e sassi sul litorale, con un’azione incisiva che non ha richiesto molto tempo per infierire sul pur solidissimo geotessuto con cui sono stati fabbricati i tubi e, se non altro, sulle loro cuciture. Situazione che va complicandosi col passare del tempo: rispetto all’inizio dell’autunno i danni sono aumentati, tant’è che di alcuni dei sacconi – ad esempio quello posto a ridosso della piccola scogliera proprio davanti alla chiesa di San Cerbone – sembra essere rimasto ben poco, almeno a occhio nudo.
L’intervento di ripristino dovrebbe costare qualcosa come un centinaio di migliaia di euro, che si aggiunge ai 19 mila euro già spesi prima dell’estate per una prima azione di riqualificazione, ripulitura, riordino e risistemazione della viminata prospiciente (che nel frattempo, però, ha nuovamente subito l’impeto degli agenti naturali). I sacconi in geotessuto costituiscono la soluzione ritenuta d’eccellenza ideata per salvare la chiesina di San Cerbone, fortemente messa in pericolo dall’azione erosiva delle correnti di Baratti. 63 geosacchi larghi un metro e mezzo e lunghi sei, ciascuno dal peso di circa di 40 tonnellate. Costo totale 535 euro messi a disposizione dalla Regione.
Melisanda A. Massei – Il Tirreno 12.12.2013