Slitta al 16 febbraio l’assemblea conclusiva del «percorso partecipato» Un rinvio poco trasparente per Giù le mani da Baratti
Il Comune ha rinviato al 16 febbraio l’assemblea pubblica per la restituzione dei risultati del percorso partecipato su Baratti. Lo ha fatto con uno scarno comunicato senza dare alcuna spiegazione, accampando solo generiche “ragioni organizzative”. Ma le ragioni organizzative non giustificano certo il rinvio di quasi un mese. Dunque cosa c’è dietro?
Questo rinvio è un brutto segnale, al tempo stesso di disagio e di poca trasparenza. Probabilmente nasconde anche difficoltà politiche interne alla giunta. Che cosa si intende fare da qui al 16 febbraio? Saranno coinvolte le forze politiche?
Noi non abbiamo mai creduto del tutto all’autenticità della partecipazione messa in campo dal Comune, più preoccupato di creare consenso al piano particolareggiato già confezionato che di un reale coinvolgimento dei cittadini nelle scelte. Tuttavia ci abbiamo partecipato con correttezza e lealtà, siamo andati ai tavoli e agli incontri proposti dall’amministrazione, mentre nessuno dell’amministrazione si è presentato al convegno organizzato dal Comitato che ha dato utili conoscenze e indicazioni per una migliore pianificazione di Baratti.
Il rinvio della conclusione del percorso partecipativo dimostra la difficoltà del sindaco a “fare come gli pare” come ebbe incautamente modo di dichiarare alla stampa a fine anno. In effetti molte persone si sono espresse, la Regione ha svolto un ruolo di garanzia e sulla questione di Baratti si è creata un’attenzione locale e nazionale, per cui non sarà facile continuare a proporre interventi e trasformazioni che poco avrebbero a che fare con l’identità e i caratteri del Golfo.
L’amministrazione comunale ha un solo modo per mettere a frutto il percorso partecipativo: riconoscere che la maggioranza dei cittadini è contraria alla costruzione di un albergo al Casone di Baratti, alla privatizzazione di un ulteriore tratto di litorale, alla edificazione di migliaia di metri cubi alla porta del parco e di altre strutture nella pineta.
Ed avrebbe un metodo per uscire a testa alta da questo vicolo in cui si è cacciata: accantonare il piano di Baratti, concludere e approvare il Regolamento urbanistico e solo dopo che l’intero piano regolatore sarà vigente riprendere la discussione su un nuovo piano particolareggiato.
Comitato Giù le mani da Baratti
19 gennaio 2011