Si cerca una villa romana nella zona della Pulledraia
Porte aperte al sito dove sono state portate alla luce una necropoli e la Via Aurelia. Gli scavi archeologici proseguono, in inverno lavori per rendere il sito visitabile.
Serve l’aiuto di un archeologo. Ma già dalle sue prime parole è facile immergersi in un passato lontano. Riaffiora un po’alla volta. A Venturina Terme, nelle zone di scavo in località Pulledraia, Mausoleo romano di Caldana e a lato della Via Aurelia, si riannodano i fili con la Storia e s’immagina il futuro. La sfida è di dare forma a un giardino archeologico. Un cantiere visitabile e leggibile a fronte di campagne di scavo che proseguiranno nei prossimi anni.
Da giovane paese cresciuto a lato dell’Aurelia, Venturina Terme scopre di avere radici antichissime.
«Lo scavo andrà avanti per altri anni, ma già quest’inverno avvieremo la musealizzazione dell’area per rendere fruibile la parte scavata, una specie di cantiere aperto con pannelli che aiutino il visitatore a leggere il sito». Così l’assessore alla Cultura di Campiglia Marittima Gianluca Camerini. Che sposta l’obiettivo anche sul Mausoleo romano di Caldana. «È in corso un progetto per sistemare l’area asportando la terra fino a raggiungere il livello della banchina di tufo. È qui che si trova la tomba scavata e i pozzetti di età villanoviana che, portano indietro di altri mille anni rispetto al contesto romano, e dimostrano una continuità di frequentazione di questi luoghi da epoca antichissima».
A Venturina vivevano i nonni degli etruschi.
L’assessore parla di «una zona sacra, legata al culto delle acque termali e usata per secoli per le sepolture dei defunti». C’è anche un altro dato che sottolinea Camerini: «Il mausoleo nel contesto toscano è l’unica testimonianza di questo genere, per trovarne altri si deve andare in Lazio o in Umbria». Tanti indizi, ma non c’è ancora il sito più ambito. Ormai i dubbi che in zona vi siano i resti di una villa di età romana sono sgombrati da ciò che è stato trovato in una sorta di discarica dell’epoca. Come i resti di ceramiche di fattura raffinata, tessere di mosaico, mattoncini e altri materiali da costruzione.
Dopo la campagna 2020 durante la quale sono state condotte indagini archeologiche nelle tre aree limitrofe all’abitato di Venturina, ovvero Pulledraia, Mausoleo romano di Caldana e area della Via Aurelia/Aemilia Scauri, i saggi sono ripresi quest’anno alla Pulledraia dove il gruppo di studio ha operato a luglio rinvenendo sepolture che rivelano la presenza di una estesa necropoli di età romana e tardoantica in prossimità del tracciato della Via Aurelia. Ed è scavando per riportare alla luce le sepolture che gli archeologi sono arrivati a intercettare la strada.
Non ci sono dubbi e le conferme arrivano da più di una scoperta.
La larghezza dell’aciottolato: 4 metri. Alcuni saggi che intercettano il tracciato a metri di distanza. L’andamento è serpeggiante per la necessità di restare lontano dalle aree impaludate e spiega l’orientamento delle sepolture. Si tratta dell’Aurelia oppure della Aemilia Scauri, è presto per dire con certezza a chi si deve la costruzione della strada. L’altro dato è che corre in parallelo al tracciato dell’Aurelia, quello attuale, noto dal Seicento.
Il pomeriggio di domenica 26 settembre, in occasione delle Giornate europee del patrimonio il sito della Pulledraia ha aperto le porte ai visitatori. Un centinaio le persone che si sono avvicinate alla storia antica di Venturina guidati da Andrea Camilli della Sovrintendenza e da Andrea Viesti di Trust Sostratos.
«Una soddisfazione e un orgoglio quello di aver avviato questa campagna – dice la sindaca di Campiglia Alberta Ticciati -. Grazie alla Soprintendenza che ha diretto lo scavo, al Trust Sostratos che lo ha finanziato, alla famiglia Berrighi che ha dimostrato grande sensibilità mettendo a disposizione il terreno, alla società Cave di Campiglia che ha impiegato personale e mezzi, alla famiglia D’Onofrio del Calidario Terme Etrusche che ha ospitato gli archeologi nella sua struttura, al Gruppo Imprese Venturina Terme che ha donato la recinzione che sarà montata a breve, al Bar Buccianti che ha fornito le colazioni ai ragazzi e uno dei mezzi meccanici, alla ditta Carvedil Edilizia che ha supportato la squadra quando c’era bisogno e a tutti gli altri che hanno dato una mano. Il percorso è appena iniziato ma la vista verso il futuro, da qui, immersi nel passato, è già molto interessante».
Manolo Morandini – Il Tirreno 27.9.2021