Salviamo i campi de Le Lavoriere
Alla scadenza della lottizzazione delle Lavoriere, i cittadini e il Comitato per Campiglia scrivono al sindaco e alle forze politiche:
OGGETTO : Lottizzazione per la REALIZZAZIONE DI UN’AREA PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEGLI INERTI in località Le Lavoriere.
Il 13 Aprile 2015, dopo dieci anni dalla stipula della Convenzione, scadranno i termini di validità della lottizzazione per la REALIZZAZIONE DI UN’AREA PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEGLI INERTI in località Le Lavoriere.
La storia della Lottizzazione è una delle meno trasparenti della pianificazione urbanistica di Campiglia.
Nel 1995 nella Variante Generale del P.R.G. il Comune propose di ampliare l’area produttiva di Campo alla Croce per installarvi attività relative a lavorazione di inerti e produzione di conglomerati cementizi e bituminosi e potere così spostare un impianto Betonval dalla zona del previsto Parco Termale di Venturina. La Regione respinse la proposta, il Comune quindi approvò la Variante escludendo la previsione di ampliamento.
Nel 2000 il Comune fece una Variante alla Variante e ripropose una nuova area alle Lavoriere per installare ditte di lavorazione inerti, su un’area di mq. 80.000 comprendente parcheggi pubblici (mq. 2.450), verde pubblico (mq. 11.120), strade (mq. 6.795) e tre lotti edificabili per complessivi mq. 55.365 con copertura fino a mq. 25.250 di stanzoni alti fino a mt. 10,00. L’area scelta era su una unica proprietà in aperta campagna e fuori dall’area industriale di Campo alla Croce non ancora saturata.
Nel 2005, dopo alterne vicende il Piano Attuativo, inizialmente nettamente bocciato dalla Regione e con pesanti osservazioni della Provincia, ottenne le dovute autorizzazioni e diventò operante permettendo di frammentare le aree edificabili in maniera illimitata purché i magazzini avessero un fronte minimo di mt.10,00.
Nel frattempo le ditte per il trasferimento delle quali era stata attuata la previsione urbanistica erano o sparite o diversamente già localizzate. Per tanto l’unico trasferimento effettuato è stato l’impianto Betonval che occupa un lotto di mq. 7.810 con una superficie coperta di mq.437,15 e una superficie utile di soli mq. 122,59 per uffici e servizi.
Considerando lo stato delle cose affermiamo che:
- Il Piano Attuativo è stato un macroscopico errore di pianificazione come dimostra la sua mancata attuazione.
- L’impianto Betonval poteva essere installato nelle aree ancora libere del PIP di Campo alla Croce.
- Le affermazioni sulla incompatibilità dell’impianto Betonval con altre lavorazioni di Campo alla Croce si sono rivelate infondate visti gli impianti di abbattimenti polveri imposti dalla ASL.
- Le affermazioni di impossibilità della Betonval di installarsi a Campo alla Croce per i costi eccessivi dei terreni si sono rivelate infondate visti i ben più alti prezzi richiesti dalle agenzie immobiliari per i terreni edificabili alle Lavoriere.
- La sola installazione della Betonval ha portato a gravi problemi di viabilità sulla via delle Lavoriere per le sue caratteristiche dimensionali insufficienti a reggere il traffico di mezzi pesanti e betoniere.
- Il costo sostenuto dal Comune per la manutenzione della viabilità è già alto senza che la strada abbia ancor una sistemazione accettabile e non pericolosa. Il Comune ha previsto una spesa di €1.000.000 per risolvere la situazione stradale che non sarà a carico di chi costruisce ma solo del Comune. Per altro questo non potrà utilizzare gli oneri di costruzione, visto che nessuno ha costruito e che dall’unico intervento (la Betonval) ha ricavato €6.101,36 (seimilacentouno/36) di oneri.
- Il vantaggio pubblico è stato nullo, anzi è stato commessa una vera e propria rapina del territorio distruggendone le potenzialità agricole e degradandolo con strade, parcheggi pubblici e verde del tutto inutili la cui manutenzione prima o poi dovrà ricadere sulle casse comunali. A questo si aggiunge anche il carico di consumo di acqua che la ASA aveva concesso in non più di mc. 8.000 proveniente dal depuratore che per altro oggi è tutta destinata a Piombino.
Conseguentemente il Comitato per Campiglia e i cittadini de Le Lavoriere e dei poderi e case intorno che hanno scelto di vivere in un contesto agricolo e che su questo hanno investito soldi, energie e aspettative di qualità di vita, traditi da una amministrazione che ha favorito lo scempio del territorio per finalità che si sono rivelate fin dall’inizio del tutto false e prive di quella utilità pubblica che giustificasse il sacrificio di tante persone, chiedono che l’Amministrazione del comune di Campiglia Marittima non conceda eventuali proroghe o rinnovi del piano di lottizzazione per la realizzazione di una area per il recupero e la valorizzazione degli inerti e che si attivi per modificare le destinazioni previste dall’attuale P.S. e R.U. escludendo l’edificazione.
Il Comitato per Campiglia
I cittadini de Le Lavoriere
Campiglia Marittima 30 settembre 2014
Lettera mandata
al Sindaco del Comune di Campiglia Marittima,
ai Capigruppo di
- Campiglia Democratica
- Movimento Cinque Stelle Campiglia Mma
- Lista civica Comune dei Cittadini
- Lista civica di Centro Destra Forza Italia
Sulla stampa:
– La Nazione 2.10.2014:
«Stop alle proroghe per le Lavoriere» Cittadini e Comitato sulle barricate
“Nessuna proroga o rinnovo del piano di lottizzazione alle Lavoriere». Sono i cittadini della zona insieme al Comitato per Campiglia a chiederlo direttamente all’amministrazione comunale. Il 13 aprile del 2015, dopo dieci anni dalla stipula della convenzione, scadranno infatti i termini di validità della lottizzazione per la realizzazione di un’area per il recupero e la valorizzazione degli inerti in località le Lavoriere.
Il Comitato per Campiglia ricorda la storia della lottizzazione che considera “una delle meno trasparenti della pianificazione urbanistica di Campiglia. Nel 1995 nella Variante Generale del piano regolatore il Comune propose di ampliare l’area produttiva di Campo alla Croce per installarvi attività relative a lavorazione di inerti e produzione di conglomerati cementizi e bituminosi e potere così spostare un impianto Betonval dalla zona del previsto Parco Termale di Venturina. La Regione respinse la proposta.
Nel 2000 il Comune fece una Variante alla Variante e ripropose una nuova area alle Lavoriere per installare ditte di lavorazione inerti, su un’area di 80.000 mq. L’area scelta era su una unica proprietà in aperta campagna e fuori dall’area industriale di Campo alla Croce non ancora saturata. Nel 2005, dopo alterne vicende il Piano Attuativo, inizialmente nettamente bocciato dalla Regione, ottenne le dovute autorizzazioni e diventò operante. Nel frattempo le ditte per il trasferimento delle quali era stata attuata la previsione urbanistica erano o sparite o diversamente già localizzate. Per tanto l’unico trasferimento effettuato è stato l’impianto Betonval. È chiaro quindi che il Piano Attuativo è stato un macroscopico errore di pianificazione come dimostra la sua mancata attuazione e l’impianto Betonval poteva essere installato nelle aree ancora libere del Pip di Campo alla Croce». Il Comitato per Campiglia e i cittadini delle Lavoriere e dei poderi e case che hanno scelto di vivere in un contesto agricolo e che su questo hanno investito soldi, energie e aspettative di qualità di vita, chiedono che «l’Amministrazione comunale non conceda eventuali proroghe o rinnovi del piano di lottizzazione per la realizzazione di una area per il recupero e la valorizzazione degli inerti e che si attivi per modificare le destinazioni previste escludendo l’edificazione».
– Il Tirreno 3.10.2014:
«No alle proroghe del piano per gli inerti in località Lavoriere»
Il Comitato per Campiglia e i cittadini delle Lavoriere, chiedono «che il Comune di Campiglia non conceda eventuali proroghe o rinnovi del piano di lottizzazione per la realizzazione di una area per il recupero e la valorizzazione degli inerti e che si attivi per modificare le destinazioni previste escludendo l’edificazione». Ad aprile 2015 infatti, dopo dieci anni dalla stipula della convenzione, scadranno i termini di validità della lottizzazione per la realizzazione di un’area per il recupero e la valorizzazione degli inerti in località Le Lavoriere. Secondo il Comitato «la storia della lottizzazione è una delle meno trasparenti della pianificazione urbanistica di Campiglia. Nel 1995 nella variante del Prg il Comune propose di ampliare l’area produttiva di Campo alla Croce per installarvi attività relative a lavorazione di inerti e produzione di conglomerati cementizi e bituminosi e potere così spostare un impianto Betonval dalla zona del previsto Parco Termale di Venturina. La Regione respinse la proposta, il Comune quindi approvò la Variante escludendo la previsione di ampliamento. Nel 2000 il Comune fece una Variante alla Variante – prosegue il Comitatoper Campiglia – e ripropose una nuova area alle Lavoriere per installare ditte di lavorazione inerti, su un’area di mq. 80.000 comprendente parcheggi pubblici (mq. 2.450), verde pubblico (mq. 11.120), strade (mq. 6.795) e tre lotti edificabili per complessivi mq. 55.365 con copertura fino a mq. 25.250 di stanzoni alti fino a mt. 10,00. L’area scelta era su una unica proprietà in aperta campagna e fuori dall’area industriale di Campo alla Croce non ancora saturata». Poi nel 2005 il Piano attuativo ottenne le dovute autorizzazioni e diventò operante permettendo di frammentare le aree edificabili. Il problema, secondo il Comitato per Campiglia «è che nel frattempo le ditte per il trasferimento delle quali era stata attuata la previsione urbanistica erano o sparite o diversamente già localizzate. Per tanto l’unico trasferimento effettuato è stato l’impianto Betonval che occupa un lotto di mq. 7.810 con una superficie coperta di mq.437,15 e una superficie utile di soli mq. 122,59 per uffici e servizi. Il Piano zttuativo è stato un macroscopico errore di pianificazione come dimostra la sua mancata attuazione e l’impianto Betonval poteva essere installato nelle aree ancora libere del Pip di Campo alla Croce». Il Comitato sostiene che «la sola installazione della Betonval ha portato a gravi problemi di viabilità sulla via delle Lavoriere per le sue caratteristiche dimensionali insufficienti a reggere il traffico di mezzi pesanti e betoniere». Per questa e altre ragioni ragioni Comitato e cittadini delle Lavoriere, «dei poderi e case intorno che hanno scelto di vivere in un contesto agricolo e che su questo hanno investito soldi, energie e aspettative di qualità di vita, traditi da una amministrazione che ha favorito lo scempio del territorio per finalità che si sono rivelate fin dall’inizio del tutto false e prive di quella utilità pubblica che giustificasse il sacrificio di tante persone», chiedono lo stop a proroghe o rinnovi del del piano di lottizzazione delle Lavoriere.