Rifiuti Lucchini per l’autostrada: verso l’ok alla commercializzazione

Il Conglomix, prodotto dalla Tap utilizzando le scorie della Lucchini, sta marciando spedito verso l’autorizzazione alla commercializzazione. Venerdì, nell’ufficio del sindaco Anselmi, si è infatti svolto un incontro al quale, insieme al presidente della Tap Murzi e all’assessore Chierei, hanno partecipato il capo della segreteria dell’assessore regionale all’ambiente Bramerini, l’assessore provinciale Nista e i tecnici dell’Arpat.

Una riunione informale, ma il cui risultato è stato definito «molto positivo» sia dal sindaco che dal presidente della Tap. Ormai da tempo Provincia, a cui compete il rilascio dell’autorizzazione, ed Arpat hanno in mano tutti i risultati delle analisi sul conglomix. Manca solo l’atto formale, ma ormai sembra fatta.
L’ultimo problema che la Tap ha dovuto risolvere riguarda il grado di Ph, che le norme prescrivono inferiore a 12 perché il prodotto ottenuto dal trattamento dei rifiuti industriali possa essere impiegato per sottofondi stradali. Normativa restrittiva che non riguarda invece il prodotto di cava che può avere anche un Ph superiore.

Alla Tap sono state fatte tuttavia varie prove sul conglomix in questi mesi di produzione sperimentale, ottenendo dal materiale messo a terra e bagnato un Ph contenuto tra 10,80 e l’11,50.
Problema risolto dunque. Ma nonostante questo alla Tap non si contentano. «Considerando che comunque è un prodotto realizzato partendo da rifiuti industriali – dice Fulvio Murzi – vogliamo avere tutte le garanzie per noi e gli utilizzatori».

Sul conglomix sono già state fatte prove in lavoratorio, bagnandolo con acqua in quantità ben superiore alle precipitazioni medie, arrivando a situazioni che sono ritenute meteorologicamente quasi impossibili.
Ma sott’occhio non sono tenuti solo i parametri di legge, che Murzi sostiene addirittura superati, ma anche i capitolati d’appalto della Sat e delle altre società autostradali. In particolare sono stati presi a riferimento quelli più rigidi prescritti per le autostrade del Friuli. L’obiettivo più immediato della Tap è infatti quello di cedere il conglomix alla Sat per realizzare il sottofondo della Tirrenica. «Già in sede di valutazione dell’impatto ambientale – ricorda a questo proposito il sindaco Anselmi – abbiamo chiesto l’impiego del materiale di riciclo nella massima misura possibile, invitando la stessa Regione a fare altrettando».
Per il primo lotto del’autostrada la Sat ha per il momento fatto ricorso agli inerti di cava, stringendo accordi di fornitura con la Sales e le Cave di Campiglia. E’ tuttavia la stessa Unione europea a raccomadare l’utilizzo di materiale ricliclato.

Murzi vuole arrivare al prossimo appuntamento con tutte le carte in regola e, magari, anche con un asso in più nella manica. Per questo in questi giorni alla Tap di Ischia di Crociano si sta preparando una prova in campo. Sarà costruito un vero pezzo di strada utilizzando il conglomix, sottoponendolo poi a tutte le possibili condizioni, a cominciare dal contatto con l’acqua in una misura di almeno tre volte superiore alle precipatazioni medie. Tra l’altro i capitolati d’appalto più rigidi per la costruzione delle autostrade prevedono che il materiale debba essere sostituito nel caso di pioggia entro le 72 ore e la Tap, invece, è riuscita ad elevare la stabilità del conglomix a 28 giorni in caso di pioggia. «Stiamo stressando al massimo il prodotto per offrire le maggiori garanzie – afferma Murzi – ma non siamo ancora riusciti ad arrivare al punto di rottura».

La possibilità di cedere il conglomix per la costruzione della Tirrenica, potrebbe riaprire anche il capitolo del completamento della 398, i cui costi potrebbero essere recuperati da Sat con i risparmi che potrebbe ottenere utilizando il prodotto Tap.
GIORGIO PASQUINUCCI – Il Tirreno 18.9.2011

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