Paradù, le ipotesi del reato

Lottizzazione abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Questa l’ipotesi di reato per cui la mattina del 3 dicembre sono stati apposti i sigilli alle casette del Paradù Resort. In località Pianetti, a Castagneto Carducci, sono arrivati i carabinieri e la polizia municipale per eseguire il decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Livorno. Sotto la lente degli inquirenti il meccanismo con cui il complesso turistico della Medonoratico Srl ha preso forma, aggirando la predisposizione di un Piano attuativo, con un’apposita valutazione d’impatto ambientale.
Al momento le case mobili sono 193, ma la prospettiva è di arrivare a 654. Strutture che nel provvedimento sono definite case a tutti gli effetti: realizzate con fondazioni stabili al suolo e senza alcun titolo edilizio e con un titolo paesaggistico non idoneo e sufficiente. Anche gli allacci ai servizi, predisposti per ogni casetta, sono quelli tipici delle civili abitazioni. Al punto che per la procura: «Il quadro è tale che, se anche le case venissero demolite, l’originario contesto non sarebbe ripristinabile». A intervento completato la volumetria occupata andrebbe a superare di più di 2.000 volte quella iniziale. La previsione nelle carte del Comune è di una capacità ricettiva per la zona di 750 unità mentre la portata dell’opera, per come prevista e ricostruita dall’attività d’indagine, arriverebbe a superare quota 3.500.
L’amministratore unico della Medonoratico Srl Riccardo Mariotti è indagato. Un atto dovuto, in scia al sequestro preventivo del Paradù Resort eseguito lo scorso 3 dicembre. L’ipotesi di reato della Procura di Livorno è di lottizzazione abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico per quel villaggio sorto sulle ceneri dell’ex Club Med. La struttura, in località Pianetti, è sigillata e la proprietà licenzia gli undici dipendenti a tempo indeterminato. Anche il gestore che sarebbe subentrato da maggio 2015 «si è ritirato», dice Mariotti.
L’amministratore di Medonoratico si sfoga. «È stato uno dei giorni più brutti della mia vita lavorativa, ho dovuto sollevare dall’incarico tutti gli undici dipendenti manutentori della Medonoratico, per gli abusivisti, infatti, non sono previsti ammortizzatori sociali e anche se non c’è denuncia o un documento di prova, noi non avremo nessun aiuto. In un momento così critico, arriva il dramma delle famiglie che, da un giorno all’altro, si trovano per strada, persone con cui ho condiviso tutto il percorso. Sono profondamente in difficoltà per loro e perché così andremo incontro all’inevitabile fallimento della società e dell’intera operazione. Un colpo, per me e per i soci che mi avevano dato fiducia».
Mariotti non si capacita dell’azione della Procura. «Da luglio 2012 abbiamo intrapreso un percorso di ristrutturazione condiviso con le autorità che prima hanno autorizzato, consci della delicatezza del luogo e che avevamo tutti gli occhi puntati addosso – dice –. Poi hanno controllato lo svolgimento delle opere e di tutti i lavori senza riscontrare difformità. Men che meno sono stati rilevati reati, neppure di tipo amministrativo. Tutto è stato suggellato dalle agibilità dei manufatti e dalla licenza commerciale ottenuta questa estate».
E aggiunge: «Non riesco a concepire con quale logica si dispone che tutto è abusivo e irregolare, quando hanno iniziato ad indagare se erano convinti dell’abuso? Perché il sequestro non è giunto prima dell’apertura? Così avrebbero evitato l’abuso e avrebbero bloccato i nostri investimenti, molto onerosi in un periodo così buio». L’imprenditore allarga l’orizzonte. «Con questo sistema chi mai vorrà più fare investimenti? Dopo aver ottenuto tutti i permessi da tutti gli enti: Comune, Soprintendenza, Forestale Provincia, Asl, Vigili del fuoco, Arpat, Asa, Vincolo idrogeologico, una volta avviata l’attività vieni clamorosamente fermato dai magistrati e poi a quale scopo? Il problema diventa sociale. Che futuro prepariamo per i nostri figli? La nostra offerta turistica si è fermata e gli stranieri cercano strutture all’aria aperta».
Divina Vitale – Il Tirreno 7.12.2014