«No al fotovoltaico su terreni liberi» Il Comitato per Campiglia partecipa alla campagna promossa da Stop al consumo di territorio

Il Movimento nazionale «Stop a Consumo di Territorio» di Domenico Finiguerra ha avviato una specifica campagna di sensibilizzazione contro il pericolo che la logica del fotovoltaico aggredisca e «mangi» ulteriore spazio libero.

Non si sta parlando di semplice «pannelli» isolati ma di autentici «campi», termine ormai diffuso e quasi alla moda tra amministratori e uomini d’affari. L’idea è di esprimere parere negativo alla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra e proporre alle società progetti alternativi in aree a destinazione produttiva o sui tetti delle abitazioni/capannoni.

La campagna prevede una richiesta scritta che sarà cura di ogni comitato aderente locale recapitare al proprio Comune, alla quale sarà allegato un fac simile di OdG da sottoporre all’approvazione dei consigli comunali.

Il Comitato per Campiglia ha deciso di aderire a questa iniziativa e ha fatto pervenire la lettera seguente al Sindaco di Campiglia:

Oggetto: impianti per la produzione di energia solare

Gentile Signora Sindaco di Campiglia Marittima Rossana Soffritti

Con la presente, a nome del comitato locale del Movimento nazionale per lo “Stop al Consumo di Territorio”, desidero sottoporre alla Sua attenzione ed a quella dell’intera amministrazione comunale in carica, una specifica richiesta che in questi giorni la suddetta organizzazione  sta formulando in ognuno dei Comuni italiani.

Si tratta dell’invito a discutere e deliberare con estrema urgenza la decisione dell’ amministrazione comunale di regolamentare l’autorizzazione alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte solare, escludendo rigorosamente tutti i progetti ipotizzati su suolo agricolo/libero, allo scopo di indirizzare correttamente le scelte progettuali verso una vera sostenibilità, ovvero utilizzando superfici già edificate (ad esempio tetti di abitazioni e capannoni agricoli/industriali).

Non si tratta di una richiesta poco ponderata, ma frutto dell’esponenziale ampliarsi di un fenomeno che deve immediatamente allarmarci: in ogni angolo d’Italia si stanno moltiplicando, infatti, le richieste di poter disporre di terreni agricoli per realizzare impianti fotovoltaici, anche di grandi dimensioni.  Nell’ambito delle energie rinnovabili, la produzione di energia di provenienza solare deve senz’altro essere considerata meritevole di  considerazione, ma anche non condivisibile quando realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici, attività che non rientra tra le specificità contemplate nell’ambito agricolo e che pertanto risulta palesemente da subordinare ad una eventuale variante urbanistica per la modifica della destinazione d’uso dei terreni.

In allegato, ci pregiamo sottoporLe un fac-simile di delibera che eventualmente potrebbe essere adottata dall’amministrazione.

Restando a Sua completa disposizione per ogni ulteriore necessaria delucidazione necessaria, colgo l’occasione per porgere i migliori saluti.

Alberto Primi
Presidente del Comitato per Campiglia

Bozza di Delibera:

LA GIUNTA COMUNALE

Visti i contenuti del Decreto! Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 ad oggetto: “Attuazione della direttiva 2001/77/Ce relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”;

Visti i contenuti del Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 19 febbraio 2007 ad oggetto: “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell’art. 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387”;

Dato atto che il comma 7 dell’art. 12 del D.Lgs. n. 387/2003 dispone che: gli impianti di produzione di energia elettrica – di cui all’art. 2, primo comma, lettere b) e c) – possono essere ubicati anche ! in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici; nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla Legge 5 marzo 2001, n. 57 artt. 7 e 8, nonché del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 art. 14;

Dato atto inoltre che il comma 9 dell’art. 5 del D.M. 19.02.2007 dispone che, ai sensi dell’art. 12 – comma 7 – del D.Lgs. n. 387/2003, anche gli impianti fotovoltaici possono essere realizzati in aree classificate agricole dai vigenti piani urbanistici senza la necessità di effettuare la variazione di destinazione d’uso dei siti di ubicazione dei medesimi impi! anti fotovoltaici;

Precisato che:

–  Anche in Italia è cresciuta la consapevolezza del pericolo che il nostro Paese e l’intero pianeta stanno correndo attraverso l’esponenziale consumo di suoli fertili che genera il progressivo surriscaldamento del pianeta, pone problemi crescenti al rifornimento delle falde idriche, impoverisce la sovranità alimentare e  non reca più alcun beneficio, né sull’occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini;

–   I temi della qualità dell’aria, del risparmio energetico, del risparmio idrico, la conservazione del territorio agricolo e l’uso di energie alternative sono tra quelli posti come prioritari dal nostro Comune in tutte le sue azioni;

–   Benché la tecnologia fotovoltaica consenta di produrre energia “pulita”, utilizzando una fonte rinnovabile, non la si può considerare priva tout court di impatto sull’ambiente, in quanto occorre distinguere tra le diverse tipologie di impianto. In particolare, essa è dif ficilmente condivisibile quando è realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici su suoli liberi;

–  Le attività tipiche contemplate nell’ambito agricolo non prevedono la realizzazione di impianti fotovoltaici (anche temporanei) e che, pertanto, tali progetti devono essere subordinati ad una variante urbanistica per la modifica della destinazione d’uso dei terreni;

–   Nel caso di volontà di trasformazione della destinazione d’uso di area agricola ai fini della realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, è prevista la richiesta di sottoporre il progetto a valutazione d’impatto ambientale, di produrre garanzie relative al mantenimento della fertilità dei suoli mediante programma agronomico, la stipula di specifica convenzione per l’uso temporaneo dei suoli e deposito cauzionale incondizionato dell’importo, con aggiornamento Istat, necessario per lo smontaggio, lo smaltimento e la rimessa in pristino delle aree;

DELIBERA

– Di regolamentare la realizzazione di impianti di pannelli fotovoltaici a terra, escludendo rigorosamente quelli progettati su terreni agricoli/liberi per le motivazioni descritte in premessa;

– Di proporre ad eventuali società proponenti di ricercare siti in aree a destinazione produttiva, su superfici coperte già esistenti o, in alternativa, siti all’interno della perimetrazione dell’abitato;

– Di sensibilizzare e supportare le imprese agricole su un razionale utilizzo del fotovoltaico, in particolare per quanto riguarda l’installazione sui tetti per non consumare terreno;

– Di promuovere, anche tramite l’istituzione di un apposito sportello, l’installazione di piccoli impianti familiari al fine di creare una sensibilità diffusa nei confronti del problema energetico, nonché favorire un’equa e collettiva distribuzione degli utili resi possibili dagli incentivi distribuiti grazie a una tassa che colpisce tutti i consumatori.

La notizia come appare su La Nazione del 26.11.2009

«No al fotovoltaico nei terreni agricoli Sì sopra ai tetti degli edifici»

IL COMITATO per Campiglia dice no all’utilizzo indiscriminato di terreni per impianti ad energie rinnovabili, e scrive all’amministrazione comunale a nome del Movimento nazionale per lo Stop al consumo di territorio. «Si tratta dell’invito — spiega il Comitato — a discutere e deliberare con estrema urgenza la decisione dell’amministrazione comunale di regolamentare l’autorizzazione alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte solare, escludendo rigorosamente tutti i progetti ipotizzati su suolo agricolo/libero, allo scopo di indirizzare correttamente le scelte progettuali verso una vera sostenibilità, ovvero utilizzando superfici già edificate. Non si tratta di una richiesta poco ponderata, ma frutto dell’esponenziale ampliarsi di un fenomeno che deve immediatamente allarmarci. .Nell’ambito delle energie rinnovabili, – conclude il presidente del Comitato, Alberto Primi – la produzione di energia di provenienza solare deve senz’altro essere considerata meritevole di considerazione, ma anche non condivisibile quando realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici, attività che non rientra tra le specificità contemplate nell’ambito agricolo».

…e su Il Tirreno del 28.11.2009

Campiglia. Allarme per le campagne, invito al sindaco a discutere del problema e decidere con urgenza
«Impianti fotovoltaici, no all’invasione»
Tante richieste di terreni agricoli, il Comitato chiede una regolamentazione
Primi: per l’energia alternativa usiamo superfici già edificate

Ovunque in Italia si stanno moltiplicando le richieste di poter disporre di terreni agricoli per realizzare impianti fotovoltaici. E il Comitato per Campiglie propone al sindaco una delibera di regolamentazione, per mettere al riparo il Comune da possibili “invasioni”.

«A nome del comitato locale del Movimento nazionale per lo “Stop al consumo di territorio” – spiega Alberto Primi, presidente del Comitato per Campiglia – una specifica richiesta che l’organizzazione sta formulando in tutti i Comuni. L’invito a discutere e deliberare con urgenza una regolamentazione per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte solare».

L’obiettivo «è escludere – specifica – tutti i progetti ipotizzati su suolo agricolo-libero, allo scopo di indirizzare correttamente le scelte progettuali verso una vera sostenibilità, ovvero utilizzando superfici già edificate: ad esempio tetti di abitazioni e capannoni agricoli industriali». La richiesta, sottolinea Primi: «È frutto dell’esponenziale ampliarsi di un fenomeno che deve allarmarci. Si stanno moltiplicando le richieste di poter disporre di terreni agricoli per realizzare impianti fotovoltaici, anche di grandi dimensioni. Nell’ambito delle energie rinnovabili, la produzione di energia di provenienza solare deve essere considerata meritevole, ma non condivisibile quando realizzata mediante impianti a terra di pannelli fotovoltaici, attività che non rientra tra le specificità contemplate nell’ambito agricolo e che risulta da subordinare ad una eventuale variante urbanistica». Da promuovere, secondo la proposta di delibera del Comitato «l’installazione di piccoli impianti familiari».

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