Museo del Lavoro chiuso perché non sicuro. Dixit l’assessore Bertocchi
«Il museo del lavoro non rischia la chiusura». E’ quanto afferma l’assessore alla cultura di Campiglia Jacopo Bertocchi. La decisione di chiudere il museo durante il periodo della Fiera sarebbe quindi dovuta a problemi di sicurezza. «La decisione – precisa l’assessore – è dunque stata presa a seguito di una riunione tra Sefi, giunta, comitato cittadino e tecnici del comune. «I motivi tecnici che hanno portato a tale decisione sussistono – afferma Bertocchi – e sono stati accertati da chi di dovere. Il fatto che finora i visitatori siano usciti sani e salvi non è condizione sufficiente per garantirne l’incolumità. C’è bisogno di attuare un nuovo piano di sicurezza e di gestire la dotazione del museo in maniera differente».
L’assessore afferma quindi di non aver mai sentito parlare di chiusura del museo del lavoro, semmai di una nuova veste che lo renda “visitabile”. «Ho invitato un paio di mesi fa – dice l’assessore provinciale Pacini e il commissario straordinario dell’Apt di Livorno a visitare il museo. In quell’occasione, oltre ad aver avuto rassicurazioni sul fatto della copertura finanziaria per una nuova pubblicazione, abbiamo confermato la presenza del museo sulle pubblicazioni turistiche».
«Dal prossimo anno, inoltre, partirà un progetto con le scuole primarie che riguarderà le nostre tradizioni e la nostra storia… sarà il momento per far conoscere ai nostri ragazzi da dove veniamo e il museo del lavoro, così come le cave e le miniere saranno i luoghi ove si svolgeranno iniziative didattiche. Il fatto che a oggi non esista una soluzione definitiva è il segno che stiamo valutando le idee, attraverso un processo partecipato, affinché questo patrimonio sia valorizzato e goduto come merita».
Il Tirreno 8.6.2010
VENTURINA JACOPO BERTOCCHI INTERVIENE SULLA VICENDA SOLLEVATA DA «LA NAZIONE»
Il museo del lavoro non chiuderà La promessa dell’assessore
«IL MUSEO del lavoro non rischia la chiusura». A intervenire sulla questione Museo, (rimasto chiuso nel periodo della Fiera), sollevata dall’intervista sulla Nazione a Gianfranco Benedettini, è l’assessore Jacopo Bertocchi. «Purtroppo il sindaco e la giunta si trovano a fare i conti non solo col cuore e il cervello, ma anche con le norme.
Condivido la preoccupazione dei molti ma è necessario fare chiarezza su alcuni punti. La decisione di chiudere il Museo durante il periodo della Fiera è maturata proprio dal fatto che la questione è all’attenzione della giunta, dei tecnici dell’ufficio tecnico e dal C.d.A. della Sefi. Quest’affermazione fa decadere l’assunto secondo il quale agli amministratori importa poco del nostro patrimonio e della nostra storia – incalza Bertocchi – in nome della trasparenza e della collaborazione con il Comitato cittadino, mi pare opportuno precisare che tale decisione non è stata unilaterale e imposta ma adottata a seguito di una riunione dove erano presenti: Sefi, giunta, comitato cittadino e tecnici del comune. Solo poi è stata ufficializzata con una comunicazione via fax (come vuole la prassi)».
Si è parlato di problemi di sicurezza.
«I MOTIVI tecnici che hanno portato a tale decisione sussistono e sono stati accertati da chi di dovere. Il fatto che finora i visitatori siano usciti sani e salvi non è condizione sufficiente per garantirne l’incolumità. C’è bisogno di attuare un nuovo piano di sicurezza e di gestire la dotazione del museo in maniera differente».
Ma è possibile immaginare una nuova sede per il Museo, c’è poi un atto? «L’unico atto giuridico in essere tra Comune e museo del lavoro risale a diversi anni fa e prevede che all’interno del museo siano esposti i pezzi della donazione Lazzerini. In virtù di ciò fu individuato lo spazio che occupa e il soggetto gestore. Oggi la situazione è cambiata, i pezzi in esposizione sono più che raddoppiati (senza alcun controllo) e ovviamente quello spazio non basta più. Si potrebbe parlare di «degenerazione affettiva» ma quel luogo non assicura una fruibilità compatibile a quella di un museo. Di chiusura il sottoscritto non ne hai mai sentito parlare, semmai di una nuova veste che lo renda «visitabile». La Provincia conosce benissimo la struttura e la storia, infatti, un paio di mesi fa, ho invitato e guidato personalmente l’assessore Pacini e il commissario straordinario dell’Apt di Livorno nel padiglione che ospita il museo. Oltre ad aver avuto rassicurazioni sulla copertura finanziaria per una nuova pubblicazione, abbiamo confermato la presenza del museo sulle pubblicazioni turistiche, prima fra tutte la guida dei musei della provincia di Livorno.
SIAMO a conoscenza delle nuove proposte per la sistemazione del museo in altro loco, il percorso non è facile e ovviamente ringraziamo per il contributo. Il fatto che a oggi non esista una soluzione definitiva è il segno che stiamo valutando le idee, affinché questo patrimonio sia valorizzato. Dal prossimo anno partirà un progetto con le scuole primarie che riguarderà le nostre tradizioni e la nostra storia… sarà il momento per far conoscere ai nostri ragazzi da dove veniamo e il museo del lavoro, così come le cave e le miniere saranno i luoghi ove si svolgeranno iniziative didattiche».
m. p.
Un progetto di qualificazione del padiglione
IL MUSEO del lavoro allestito in un padiglione adiacente l’area fieristica di Venturina quest’anno rimane chiuso nel periodo di svolgimento della Fiera Mostra per motivi di sicurezza. A sostenerlo è stata l’amministrazione comunale campigliese. «Il museo è senza dubbio interessante e merita di essere valorizzato e visitato per il grande patrimonio di cultura etnografica che conserva — ha dichiarato il sindaco di Campiglia Rossana Soffritti — lavoreremo affinché l’anno prossimo questo problema possa essere risolto. In questo momento la struttura non è allestita in modo da essere visitabile dal pubblico in condizioni di sicurezza». Nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale da tempo vi è la sistemazione del Museo del Lavoro, un intervento che si presenta complesso sia dal punto di vista strutturale che scientifico e per il quale occorre avere a disposizione le necessarie risorse economiche.
La Nazione 8.6.2010