Minaccia sulle colline di Campiglia: il Presidente Rossi risponde al comitato

Il 3 febbraio scorso, il Comitato per Campiglia esprimeva la sua preoccupazione per l’assetto paesaggistico della Val di Cornia in una lettera indirizzata alla Regione Toscana, alla Provincia di Livorno, al Comune di Piombino e alla Soprintendenza. Preoccupazione motivata dalla notizia che, per il materiale da utilizzare per il nuovo porto di Piombino, ci si servirà esclusivamente di blocchi di calcare estratti dalle cave esistenti nel Campigliese.
Risposta immediata del Presidente della Regione Toscana che pubblichiamo integralmente:
Spettabile Comitato per Campiglia,
vi ringrazio per avermi scritto. La realizzazione del nuovo porto di Piombino va colta come opportunità di riqualificazione e di adeguamento di una infrastruttura preziosa non solo per la città di Piombino, ma per l’intero sistema portuale toscano, trattandosi di uno dei tre porti di rilevanza nazionale presenti sulla costa della nostra Regione.
Certo è che l’intervento deve avvenire, come è stato prescritto in sede autorizzativa, nel massimo rispetto del mare, del territorio e minimizzando gli impatti sulle varie matrici ambientali grazie a quanto oggi consentono le più moderne tecnologie.
In quest’ottica rientra il tema del riuso dei materiali inerti che è tra gli obiettivi del Piano Regionale delle Attività Estrattive, di Recupero delle aree scavate e di riutilizzo dei residui recuperabili.
Tant’è vero che il dimensionamento dei quantitativi da scavare a cui dovevano tendere i piani delle province poteva essere ridotto in relazione ai quantitativi di materiale recuperato.
In relazione al principio del riuso, ad esempio, è stata improntata anche la prescrizione, recepita nell’approvazione da parte del CIPE, per la realizzazione del progetto dell’ Autostrada Tirrenica dove deve essere prioritariamente considerata la possibilità di riutilizzo, per la realizzazione della sovrastruttura stradale, di miscele di materiali quali sottoprodotti o rifiuti speciali non pericolosi provenienti dalle lavorazioni industriali (quali: inerti di riciclaggio di costruzione e demolizione, loppa granulata dolce e scorie di acciaieria).
Nel valutare tale possibilità, per il materiale di cava devono essere comparativamente considerati anche i costi relativi al ripristino dei siti estrattivi e i costi ambientali in generale (es.: mitigazioni e compensazioni).
Pertanto il tema è all’attenzione della Regione Toscana e potrebbe essere esteso anche ai lavori per il porto di Piombino.
Colgo l’occasione per ringraziarvi dell’impegno e del tempo che investite nelle attività per il territorio e, soprattutto, per la serietà che contraddistingue il vostro comitato.
Con i miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi