«Il nostro piano difende Rimigliano» Dixit il sindaco Biagi
Il gruppo a difesa della spiaggia di Rimigliano è diventato realtà su Facebook – circa 200 iscritti – intanto il sindaco Michele Biagi fa il punto, in questa intervista, sul progetto relativo alla tenuta di Rimigliano.
Perché è slittata la discussione e la votazione in consiglio sulla variante di Rimigliano?
«Nessun motivo particolare. L’obiettivo era di adottare la variante a settembre, ma è normale che ci possano volere 15 giorni in più per completare tecnicamente e formalmente un atto di questo tipo e discuterne con attenzione. L’atto è pronto; dobbiamo ancora fissare la data precisa del consiglio e convocare, prima, la commissione consiliare sull’urbanistica. Ma credo che a metà ottobre il consiglio potrà discuterlo e adottarlo. Siamo nei tempi».
Non considera un controsenso proporre il rilancio dell’agricoltura nella tenuta e, come ha detto l’architetto Giommoni, definire l’agricoltura improduttiva destinandole poche centinaia di metri quadrati?
«Col nostro piano, abbiamo stabilito un principio importante: che ogni previsione per quel pezzo di territorio non avrebbe dovuto snaturare le sue caratteristiche fondamentali, ossia la conduzione agricola dei suoli e il valore paesaggistico e naturalistico. Tutto il piano si regge su questa scelta e su questo principio, che di per sé è garanzia che ogni trasformazione ammessa nella tenuta potrà avvenire solo nel rispetto della natura del luogo. In coerenza con questo principio, l’architetto Giommoni ha posto due questioni serie e importanti: una è, appunto, quella di come rilanciare e mantenere l’agricoltura, sapendo che il suo valore produttivo si sta sempre più riducendo e che molte aziende sopravvivono grazie ai finanziamenti europei. Il problema è grosso, e purtroppo non risolvibile con una previsione urbanistica. L’altra questione è che l’agricoltura ha un valore paesaggistico e ambientale perché mantiene il territorio, un valore che forse spesso diamo per scontato ma che scontato non è. Nel caso della tenuta di Rimigliano, poi, il valore paesaggistico dell’agricoltura è già oggi predominante rispetto a quello produttivo. Per noi, rilanciare l’agricoltura nella tenuta significa entrambe le cose: mantenerne il valore paesaggistico e rilanciarne il ruolo produttivo, senza nascondere però che ottenere questo secondo obiettivo è più difficile e che, soprattutto, non dipende dal Comune ma dall’azienda agricola e dal mercato. In ogni caso ci proveremo».
Il piano prevede la costruzione di un albergo di 6000 mq, piscine e altro. La sensazione è che a lungo andare la tenuta possa diventare un residence privato.
«Al contrario. Con quest’operazione apriremo la tenuta, che, lo ricordo, oggi è totalmente chiusa al pubblico, e daremo nuovi servizi a turisti e cittadini. La tenuta è e rimarrà un luogo unico, e chi ci vivrà o soggiornerà nell’albergo godrà di una posizione privilegiata. Il Comune acquisirà ampie aree al patrimonio pubblico, come, ad esempio, circa 45 ettari di area boscata lungo la Principessa. Sarà estesa l’Area naturale di interesse locale (Anpil), saranno creati percorsi naturalistici, acquisiremo l’ex scuola di Rimigliano, da utilizzare come punto servizi. Mi sembra un enorme passo avanti».
Come si potranno conciliare gli interessi di coloro che nella tenuta avranno l’appartamento e l’interesse pubblico dei turisti che la vorranno visitare e, magari, percorrere con ciclopiste, ippovie e trekking, come lei ha affermato?
«La tenuta è di 570 ettari; le aree sulle quali saranno realizzati gli interventi edilizi sono di 8 ettari. Credo che ci siano tutte le condizioni per gestire la presenza di più persone con interessi diversi in modo ordinato e senza creare conflitti».
A Piombino, per la tutela di Baratti, si sta verificando una grande mobilitazione. A San Vincenzo, per Rimigliano, non sta accadendo lo stesso. Come si spiega questa differenza?
«Per molte persone Rimigliano rappresenta il parco a mare, la pineta e la spiaggia, come si è visto in occasione del percorso di partecipazione sul piano strutturale, in cui i cittadini hanno chiaramente detto che il parco di Rimigliano va tutelato. E noi proseguiremo su questa linea, valorizzando e tutelando questo patrimonio pubblico inserito nel sistema dei Parchi della Val di Cornia. Invece, sull’argomento tenuta di Rimigliano, negli anni ci sono stati momenti di discussione e di dibattito, fin dall’epoca del progetto Tanzi. Se in questa fase, a pochi giorni dall’adozione, si registra una mobilitazione minore rispetto agli anni precedenti, mi auguro che sia un sintomo dell’apprezzamento per il percorso che abbiamo seguito per quanto riguarda il confronto con tutte le realtà istituzionali e i soggetti attivi del territorio, e per il lavoro svolto».
Il modello di sviluppo basato sul cemento dura dagli anni Sessanta, e non pare abbia portato a molto di buono. Non è il momento di cambiare?
«Penso di sì, tant’è vero che lo abbiamo scritto chiaramente nelle linee del nuovo Piano strutturale».
Lei ha detto che finché sarà sindaco, la spiaggia di Rimigliano sarà tutelata. Ma il problema si porrà anche dopo.
«No. Questa variante, per come l’abbiamo concepita e impostata, è un’opportunità per il parco e per tutta San Vincenzo, non solo per i proprietari della tenuta. Questa variante mette un’ipoteca sul futuro della spiaggia di Rimigliano, in senso positivo, perché per la prima volta stabilisce che la spiaggia è un’invariante strutturale e che, quindi, non si può toccare né privatizzare. Mi sembra una bella garanzia».
PAOLO FEDERIGHI
Il Tirreno 30.9.2010