Fatti e non chiacchiere… (3) Risposta del Comitato alla risposta dell’assessore Benedettini
Egr. Sig.
Gianfranco Benedettini
Assessore all’Urbanistica del Comune di Campiglia Marittima
La ringrazio innanzi tutto a nome del Comitato per Campiglia di avere voluto prendere la parola per rispondere ai vari appunti che il Comitato ha fatto ad alcune scelte del Comune di Campiglia. Il suo è un comportamento, per fortuna, diverso da quello adottato dai suoi colleghi di questa e della Giunta precedente che si sono sempre attenuti a quanto la Dr. Velo ha sempre ribadito pubblicamente: al Comitato si risponde solo nelle sedi istituzionali. Poiché le sedi istituzionali sono gestite dal Sindaco il risultato é stato che nessuno dell’Amministrazione ha mai risposto ai tanti quesiti, dubbi, suggerimenti, raccomandazioni e critiche che il Comitato ha fatto dal 2007 ad oggi.
Nella sua risposta si sottolinea il fatto che nelle critiche del Comitato “passato e presente si confondono in una sorta di mistura…” e lei tiene a precisare che alcuni argomenti riguardano l’amministrazione precedente. Data la lunghezza dei tempi necessari a portare avanti progetti, piani di lottizzazione, varianti urbanistiche, nonché quelli necessari ad attuarli, è inevitabile che alcune scelte, secondo noi sbagliate e dannose, coinvolgano più di una amministrazione. D’altra parte, considerato che a Campiglia la maggioranza di governo ha sempre avuto la stessa connotazione e che alcune persone avevano già precedentemente responsabilità di governo (ad esempio il Sindaco è stato Assessore all’Urbanistica) e che a questa continuità politica si aggiunge anche una continuità tecnica ( l’attuale dirigente dell’ufficio urbanistica era già presente durante i mandati del Sindaco Velo e ancora prima partecipando alla redazione di strumenti urbanistici che riguardavano il comune), non mi sembra storicamente scorretto mescolare passato e presente dato che in alcuni casi il passato non è completamente passato ( la RTA ancora attuabile, la Lottizzazione delle Lavoriere e la Lottizzazione della Stazione ancora completabili, ecc).
Per quanto riguarda poi le sue considerazioni circa l’essere il Comitato una sorta di succursale del gruppo di opposizione, non posso che lasciarla in questo dubbio, ma a lei, come storico, ritengo inutile sottolineare il fatto che il Comitato é nato prima del gruppo politico di opposizione che lei non nomina. Infine rivendico la libertà dei cittadini singoli o riuniti in comitato di intervenire su tutti gli argomenti che riguardano il territorio o le tematiche che sono indicati nelle finalità statutarie del Comitato anche se lei, valutando il documento del Comitato come “cavolo a merenda”, sembra pensare che ci si debba comportare secondo il detto “arrosto che non ti tocca lascialo bruciare”.
Quanto all’accusa mossa al Comitato di non fare mai alcun tentativo di comprensione, di non avere rispetto della maggioranza dei cittadini, di mancare di buona educazione e di tolleranza civile, non posso che invitarla a procedere sempre con metodo storico, rileggendosi i documenti. Vedrà che nei primi il Comitato ha sempre tenuto a menzionare ed apprezzare le cose fatte dal Comune nell’ambito di tutela del patrimonio storico e culturale (abbiamo smesso dopo avere ricevuto sempre e solo pesci in faccia). In questi cinque anni sono state fatte critiche sempre fondate su documenti, sono stati dati suggerimenti e proposte, sono stati promossi conferenze e dibattiti per approfondire alcuni temi con la partecipazione di studiosi e politici di livello nazionale (tutti regolarmente disertati dall’amministrazione salvo uno al quale era presente il neo eletto Bertocchi). A critiche e suggerimenti l’Amministrazione non ha mai risposto, probabilmente perché non ha mai capito o condiviso lo spirito e le disposizioni delle L.R. 1/2005 e 69/2007 sulla partecipazione. Ma in compenso l’amministrazione ha lasciato il compito di rispondere ad altri (partiti componenti della maggioranza) che non hanno mancato di esprimerci ogni volta il loro disprezzo in forme molto lontane dalla educazione e comprensione che lei ci invita ad avere.
Infine le ricordo che questo Comitato che secondo lei “trasuda di voglia di offendere e di un certo livore” è formato e sostenuto in gran parte da persone che abitano in altre parti d’Italia e del mondo che amano Campiglia come i suoi cittadini naturali e che ne vedono anche meglio i pregi, i difetti e le potenzialità proprio perché li vedono con l’ottica più di chi ha esperienze più ampie.
A questo punto anche io come lei faccio alcune precisazioni sui vari temi e ribatto ad alcune sue affermazioni. E’ un metodo un poco farraginoso ma l’Amministrazione purtroppo non ha mai voluto rispondere alla proposta di un confronto diretto con il Comitato.
Nella precedente amministrazione l’attuale Sindaco era assessore all’urbanistica del Sindaco Velo. Lei ora è assessore all’urbanistica dell’allora assessore all’urbanistica e nel Regolamento Urbanistico quelle scelte sono state confermate e forse peggiorate. Faccia Lei!
Consigliamo di evitare di continuare a raccontare ai cittadini che per trasferire la Betonval dalle terme di Caldana non c’erano altre soluzioni che i campi delle Lavoriere. Infatti, come per altro osservava la Regione, vi erano ancora terreni liberi a Campo alla Croce. Nelle controdeduzioni fu affermato che l’attività della Betonval era dannosa ad alcune lavorazioni di Campo alla Croce. Quando ci si accorse della gaffe (se faceva male alle lavorazioni perchè non faceva male ai polmoni dei vicini ??) si pensò bene di negare il tutto e di sostenere che appositi filtri eliminavano i rischi ambientali, senza aggiungere che allora la Betonval avrebbe potuto andare a Campo alla Croce. In realtà con la scusa della Betonval si è permessa una speculazione edilizia basata su una unica proprietà e su una vendita fallimentare che ha portato a distruggere sette ettari di terreno agricolo.
L’Amministrazione l’ha messa nelle previsioni delle opere pubbliche. Le previsioni sono prive di fondamento? Avete promesso ai cittadini delle Lavoriere di rifare una strada sfasciata per poi non farne di niente? Il danno lo ha fatto l’amministrazione e ora deve trovare il modo di riparare. Se si fosse in un paese normale quei soldi dovrebbero tirarli fuori coloro che hanno fatto il danno.
Complimenti per la zampina di Lampo. Condividiamo.
Ma sarebbe bene anche far rispettare le convenzioni che avete sottoscritto con i privati e pretendere che siano almeno completati i parcheggi che attendono da oltre 10 anni. Dove sono i fatti di cui parlano i suoi colleghi? Quando vedremo quella zona un po’ meno abbandonata di oggi, l’amministrazione avrà il nostro plauso. Pensiamo però che a distanza di decenni sia opportuno rivedere le scelte di allora. Spingere a realizzare nuovi capannoni a fianco di capannoni già costruiti e vuoti é inaccettabile. Non si rinnovano piani scaduti inserendoli nel Regolamento Urbanistico, perché se non si attuano vuole dire che sono sbagliati. Doveva essere azzerato il tutto e rifatto un progetto corretto per cercare di salvare il salvabile ridando anche un minimo di dignità urbana ad un zona degradata prima di nascere e resa ancora più marginale grazie alla irrealizzabilità delle previsioni di collegamenti stradali con Venturina grazie alla SAT.
Che il degrado esista lo nota chiunque. Minimizzarlo non lo risolve, mentre potrebbe aiutare sapere quali accordi sono stati presi con CAREP per la realizzazione della nuova piazza. Ci auguriamo che questi accordi ci siano e vengano fatti conoscere come è stato fatto per lo spostamento dello stabilimento dell’Italian Food. Lavoro tardivo questo ma utile che ci riserviamo di apprezzare in pieno solo al momento in cui si metterà mano al trasferimento. Avete detto 2014. Di promesse non mantenute ne abbiamo sentite tante, ma l’Italian Food è rimasta al suo posto ed ha continuato ad allargarsi con abusi edilizi che il Comune non ha ancora fatto rimuovere. Non è un bel risultato.
Le cose funzionano proprio come dice lei. Quando si vede un terreno incolto o in stato di abbandono (come intorno ai laghetti) neanche ci si chiede perché. Magari non si guarda se i proprietari sono agricoltori o imprese immobiliari che non hanno troppo interesse a coltivare, magari usando l’acqua di cui è ricca la zona. No. Si prende atto e s’immagina che lì potranno sorgere altre centinaia di case. Poco importa se ci sono centinai di alloggi invenduti. L’importante è ottenere di variare i terreni da agricoli a edificabili, poi prima o poi daranno i loro frutti. Si chiama rendita fondiaria. Il regolamento urbanistico di Campiglia ha un solo motore: la rendita fondiaria, peraltro oggi senza carburante. Quanto a quei terreni dove non vi è neppure il problema del cuneo salino, l’agricoltura ci sarà sempre meno quanto più si dimostra la indifferenza verso l’agricoltura da parte di una amministrazione che rende le aree inutilmente fabbricabili e prevede aiuti per l’agricoltura pressoché nulli.
Attendiamo che lei abbia il tempo di studiare il problema dei contributi e poi ne riparliamo. Resta comunque il fatto che il Comune di Campiglia pur producendo il 50% dei materiali inerti scavati in tutta la Toscana (dati ricavati dalla relazione di giunta relativa alla concessione mineraria di Montorsi e Botroamarmi) non abbia mai utilizzato il suo peso contrattuale per costringere la regione a modificare le tariffe ed ottenere contributi, e non elemosine, dai proprietari delle cave, rinunciando così a milioni e milioni di euro. “Dura lex sed lex” dice lei, ma chi non fa nulla per modificare una lex dura e ingiusta non è degno di guidare una comunità. Per il lavoro siamo invece d’accordo con lei. Peccato che vi sia stata chiesto, anche da noi fino dal 2007, di avviare una discussione per valutare le riconversioni produttive delle cave alla scadenza delle concessioni per garantire il lavoro agli addetti. Al Comune non si chiede di assumere gli operai (per favore abbia un minimo di rispetto per la nostra intelligenza !!) ma di farsi parte attiva per promuovere un tavolo di discussione con le forze sociali come richiesto negli anni (può trovare i documenti sul sito del Comitato) da Rifondazione, Partito Socialista, Udc, PdL, solo ultimamente da Fillea Cgil, ecc. (stranamente !!! non dai proprietari e non da Confindustria).
Devo ricordarle che già il fatto che il Regolamento Urbanistico permetta di ricostruire i volumi degli edifici oggi ridotti a ruderi, se anche per destinazioni non abitative ma di servizio al Parco, ha determinato un valore di mercato (e conseguentemente di esproprio) ben diverso da quello che avevano come ruderi non riedificabili. Un aumento di valore tale che rende di fatto estremamente più onerosa una futura cessione. Al momento l’unica cosa certa è che secondo il programma elettorale della sua Giunta l’Etruscan Mines andava espropriato entro la legislatura. Non è stato fatto nulla e, addirittura, la sua Giunta non ha ancora chiesto l’apposizione del vincolo d’interesse storico su una straordinaria testimonianza di archeologia industriale. Inoltre siamo molto preoccupati di leggere una sua disponibilità in tempi passati alla prosecuzione della concessione oltre il 2018 anche se per fini culturali. In questo momento è indispensabile sapere se lei ha ancora questa posizione visto il ruolo politico che ricopre. Inoltre le faccio presente che la frase “vedremo che cosa accadrà nel 2018 e nel 2020, al momento delle scadenze” è pericolosissima perché se non si risolve prima il problema occupazionale, si arriverà a scadenza sotto uno stato tale di tensione per ricatti occupazionali ingestibile, come sta dimostrando il caso di Montorsi e Botramarmi.
In due convegni abbiamo dimostrato che SALES e Cave di Campiglia hanno scavato senza rispettare i piani che prevedevano il ripristino e che il Comune ha dovuto procedere a sanatorie per regolarizzare i comportamenti dei proprietari e per potere far dire che tutto procede secondo i piani. Che ci può fare? Può semplicemente far rispettare i piani approvati ed evitare di dare autorizzazioni in sanatoria quando si accertano difformità, ricordando che la L.R. 78/98 prevede espressamente come causa di annullamento di concessione il non rispetto dei piani. Se poi lei è soddisfatto di questo andazzo siamo noi a poterci fare poco.
Ringraziamo della risposta ma resta il fatto che il controllo sul territorio è insufficiente se non nullo se avete dovuto aspettare la denuncia di un comitato per accorgervene. Inoltre ci domandiamo se vi siete posti la domanda che quella grossa struttura è stata autorizzata sapendo che il piano di coltivazione della Sales scade al 2020? Se tra 8 anni vi diranno che non l’hanno ancora ammortizzata e vorranno proseguire ancora cosa direte magari stando sotto un bel ricatto occupazionale come per Montorsi e Botramarmi grazie all’inerzia nell’affrontare in tempo il problema???
Ringrazio della risposta e speriamo che al progetto scolastico faccia seguito una sistemazione più consona di quanto non sia stato fatto al mausoleo di Venturina (stiamo aspettando lo spostamento dell’edicola dei giornali). Resta il fatto che le aree e il forno mediceo sono in stato di degrado completo. Confidiamo in un’opera del Comune per facilitarne il ripristino e lo invitiamo a sollecitare e promuovere (è in suo potere e non costa) la revisione dei vincoli esistenti per garantire la conservazione dell’area su confini più corretti. Il fatto che quelle aree non siano edificabili (e forse un poco di merito l’ha avuto il comitato visto che senza le nostre proteste sarebbe forse restata l’edificabilità prevista dal P.R.G.) non basta e la preghiamo di farsi promotore di un progetto di ricollegamento di questa area al Parco di San Silvestro.
11) Centro storico
Ci fanno piacere le notizie circa i futuri lavori al Mannelli e il progetto per una mostra permanente di Carlo Guarnieri nel Palazzo Pretorio. Una serie di xilografie di Guarnieri furono esposte a Campiglia anche grazie al lavoro che io e mia moglie facemmo per convincere l’antiquario proprietario della serie ad esporle a Campiglia. Quindi sia certo che la mostra non ci “scivolerà via come acqua su marmo”.
Molto più preoccupati, e la sua risposta non ci rassicura, sul futuro della gestione di parti del patrimonio come la Rocca, vista la politica di sfaldamento e dismissione del sistema Parchi della Val di Cornia. Sulla gestione dei beni culturali infatti si addensano nubi nere. Per ora abbiamo visto sottrarre risorse alla società Parchi che è incaricata di gestire quella struttura. Le difficoltà non vengono dal governo nazionale, ma dagli stessi Comuni. Togliere alla Parchi le entrate dei parcheggi dei parchi della Sterpaia e di Baratti è la causa vera delle difficoltà attuali. Cosa intende fare il Comune di Campiglia nei confronti di azioni sconsiderate di altri comuni vicini??
Per la Pala Eolica resta purtroppo il fatto di essere un macroscopico errore di percorso. Infatti l’area, anche se non sottoposta a vincolo, era indicata di interesse archeologico nelle tavole su detto patrimonio allegate all’avvio del Piano Strutturale, scomparendo poi insieme ad altre nei comuni di Campiglia, Suvereto e Piombino nelle tavole definitive del Piano. Lettere dei dirigenti degli uffici urbanistici di Suvereto e Campiglia inviate al Comitato hanno cercato di dare una interpretazione che giustificasse queste differenze cartografiche, specificando che comunque tutte le tavole erano da considerarsi cogenti e quindi anche quelle dove appariva il sito archeologico di Campiglia Vecchia. La prassi usata da allora è quella di ottenere un parere dalla Soprintendenza da tutti quelli che intendono installare pale eoliche o simili, a dimostrazione che in questi casi il diritto è conclamato ma non garantito. Resta il fatto che lo scempio è stato fatto e che sarebbe bene che il Comune si attivasse per ottenerne lo spostamento anche in vista di una futura valorizzazione dell’area.
Per quanto riguarda San Giovanni la sua è una non risposta che rimanda alla non risposta dell’Arch. Garfagnini che si limita a dire che così ha voluto la Soprintendenza che a sua volta ha risposto portando a giustificazione il diverso livello di degrado (e necessariamente di pulizia) delle pareti, senza che nessuno rispondesse alla domanda se fosse ammissibile che un monumento restaurato completamente e correttamente si possa presentare in quelle condizioni.
Come ho già detto questo è un metodo di interloquire un poco farraginoso ma l’Amministrazione purtroppo non ha mai voluto rispondere alla proposta di un confronto diretto con il Comitato.
In ogni caso la ringraziamo dell’impegno dimostrato e inviamo saluti e auguri di buon lavoro.
Campiglia Marittima 03-09-2012
Comitato per Campiglia
Alberto Primi
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Leggi anche:
– Fatti e non chiacchiere… (2) Risposta dell’assessore Benedettini al CxC – 2.9.2012
– Fatti e non chiacchiere… (1) 12.8.2012
Perfetta risposta del Presidente del CxC
Punto per punto, da voce ai Cittadini
Punto per punto, da voce al Territorrio
“Come ho già detto, questo è un metodo di interloquire un poco farraginoso ma l’Amministrazione purtroppo non ha mai voluto rispondere alla proposta di un confronto diretto con il Comitato.”
concordo con queste parole,
…. ci rimproverano sempre a noi dei comitati ed associazioni di scrivere tanto…..
certo, se non è mai possibile di avere un incontro, un dialogo…. almeno non abbiamo paura ad essere chiari e rispettosi dei cittadini nel cercare di dare loro una voce di partecipazione per intervenire e partecipare su cio che è il loro luogo di vita e di lavoro,
Diamo voce al Territorio !
( Donatella Raugei )
Non credo sia molto corretto pubblicare una risposta quando non è reso pubblico i contenuti che la precedono.
In questo modo si ha l’impressione che le informazioni siano manipolate e che in realtà non ci sia un vera volontà di confronto.
Egregio Sig. Alessandro Nencini,
forse Le sarà sfuggito l’articolo pubblicato sul nostro sito il 2 settembre alle ore 13:45 che contiene l’intero messaggio mandato al Comitato per Campiglia dall’assessore Benedettini via Facebook e che ho intitolato “Fatti e non chiacchiere…(2) Risposta dell’assessore Benedettini al CxC”. Anche nella risposta del Comitato appare in fondo all’articolo un link verso il messaggio del Sig. Benedettini.
Contrariamente a quello che afferma, non “manipoliamo le informazioni” e non è vero che da parte del Comitato “non ci sia una vera volontà di confronto”. Anzi, come giornalista con più di 40 anni di esperienza rispetto scrupolosamente le regole dell’etica professionale dettate dalla stampa anglosassone, come lo potrà constatare navigando sul sito del Comitato per Campiglia.
Cordiali saluti.
Annette Leemann
Curatrice del sito del Comitato per Campiglia