Far sparire una casa del centro storico dimostra un ritardo culturale di 150 anni
Il Comitato per Campiglia condanna la scelta dell’amministrazione di abbattere un edificio che fa parte del tessuto antico del borgo e di creare un giardino al suo posto.
Dall’ultimo numero del Giornalino del Comune di Campiglia Marittima veniamo a sapere che “IL COMUNE ABBATTE UN EDIFICIO NEL CENTRO STORICO E NASCE UN GIARDINO” riferendosi ad un edificio privato nel rione Poggiame in uno stato di abbandono tale da far decidere al comune di abbatterlo e farlo scomparire per sempre facendo un giardino di circa 60 metri quadrati (!!!) in aderenza alla piazzetta del Poggiame.La scelta è sintomatica dell’arretratezza culturale dell’Amministrazione e degli uffici competenti, che riporta indietro i criteri di tutela del centro storico di 150 anni, quando alla luce della spinta di rinnovamento delle città, delle leggi sanitarie napoleoniche e di spinte speculative, si demolivano le parti più antiche dei centri storici (vedi Firenze, vedi Parigi, ecc.) fisicamente e socialmente degradati.
Oggi i centri storici vengono considerati alla stregua di un qualsiasi documento storico e quindi tutte le sue parti vanno lette attentamente prima di ammettere interventi di trasformazione che possono risolversi in distruzione totale o parziale del documento centro antico.
Nel nostro caso l’edificio in questione fa parte del tessuto antico di Campiglia, non è una superfetazione recente e non storicizzata, ha una qualità analoga agli edifici adiacenti, in sintesi è parte stessa del tessuto storico del centro.
Prevederne la demolizione per farci un giardinetto ha la stessa valenza culturale del prendere un tessuto antico sciupato e invece di fare un restauro nel punto strappato, lasciare un bel buco togliendo il pezzo sciupato.
Questa vicenda, ponderalmente piccola ma culturalmente significativa, dimostra ancora una volta che l’Amministrazione del Comune e gli Uffici competenti procedono alla cieca e senza sufficienti basi culturali, nell’affrontare i problemi di conservazione e promozione del centro storico.
In qualche modo ricordano uno che di fronte ad un mobile antico da restaurare, non trovando i soldi per farlo o non avendo la più pallida ideo del valore dell’oggetto, preferisce farne legna da camino.
Il Comitato per Campiglia condanna questa scelta grossolana e ingiustificabile sotto ogni aspetto culturale e gestionale con la speranza che qualcuno si renda conto del danno al bene pubblico che gli Amministratori si apprestano ad arrecare.
Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi
Comunicato inviato
- Al Sindaco del Comune di Campiglia Marittima
- Alla Soprintendenza ai Monumenti di Livorno e Pisa
- A Italia Nostra