CONSORZIO AGRARIO – A che punto siamo?

Molti dei problemi di Campiglia sollevati in quasi quattro anni dal Comitato, sono rimasti in sospeso perché a distanza di quasi otto mesi dalla presentazione delle Osservazioni al Regolamento Urbanistico, tutto è rimasto nel cassetto ed il Comune non ha ancora presentato le controdeduzioni alle osservazioni e approvato il Regolamento urbanistico.
Il Comitato ha studiato le Osservazioni presentate e ritiene importante farle conoscere e illustrarle nell’ottica che per partecipare occorre innanzi tutto conoscere.
Con l’occasione, argomento per argomento viene fatta la cronistoria delle azioni del Comitato e dei rapporti con l’Amministrazione, gli Enti, le forze politiche e la stampa.
Il primo degli argomenti trattati è la vicenda del Consorzio Agrario di Venturina. A questa seguiranno quelle della RTA alla Fonte di Sotto, della Cava di Montevalerio, della Cava di Monte Calvi, delle aree destinate a trattamento inerti delle Lavoriere, del tema delle serre e della centrale a biomasse, della tutela del patrimonio archeologico.

IL CONSORZIO AGRARIO E’ ANCORA A RISCHIO?
Documento pdf

 

SULLA STAMPA:

No alle palazzine ai laghetti di Tufaia
Il Comitato per Campiglia rilancia sul destino delle costruzioni e dei volumi del Consorzio agrario di Venturina

L’architetto Alberto Primi, del Comitato per Campiglia, parla del destino del Consorzio agrario di Venturina, ricordando che «a distanza di 8 mesi – dice – dalla presentazione delle osservazioni al regolamento urbanistico, il Comune non ha ancora presentato le controdeduzioni». L’edificio del Consorzio agrario, inaugurato nel ’38, ha una superficie di 3.000 mq.

Ed oggi è utilizzato da attività di piccolo supermercato, assicurazione e dal Consorzio stesso. «Nel ’98 – dice Primi – il Comune prevedeva la demolizione di tutti i fabbricati salvo la palazzina e i fronti su strada in muratura dei magazzini. Nel 2008 il Comune confermò il Consorzio tra le aree da destinare ad un nuovo assetto».

«A seguire – aggiunge – circa 200 persone proposero di realizzare al Consorzio un posto di ritrovo per giovani, un centro per valorizzare la Val di Cornia… Sottolineando il valore storico e architettonico dell’edificio». Del gennaio 2010 la pubblicazione del regolamento urbanistico: il Consorzio agrario risultava mantenuto. «Ma – sostiene Primi – tra gli elementi originali, non vengono citati la recinzione su strada, le chiusure vetrate dei percorsi interni. Si prevede la demolizione di edifici, ad esclusione del Consorzio, “premiato” con nuove volumetrie in prossimità dei laghetti di Tufaia». Sul Consorzio furono presentate 5 osservazioni: «Fra esse – sottolinea – c’è stata quella del Consorzio agrario della Maremma Toscana, che ha chiesto di realizzare edifici di 3 piani con destinazioni commerciali al piano terra e residenziali al 1º e 2º piano con due parcheggi interrati (uno pubblico), in caso di non accoglimento dell’osservazione, non avrebbe potuto provvedere alla riqualificazione dell’edificio, rinunciando allo sviluppo del centro agricolo-commerciale a Campo alla Croce. Ora si considerano significativi solo i frontoni laterali, la palazzina e le chiusure a vetri delle gallerie. Unica certezza: tutto il volume recuperabile e altra edificabilità ai laghetti di Tufaia. Laghetti che dovrebbero essere tutelati e non diventare una rendita di posizione per nuovi edifici».

PAOLO FEDERIGHI

Il Tirreno 4.5.2011

LEGGI L’ARTICOLO DE LA NAZIONE

 

image_pdfSalva Pdfimage_printStampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *