Cave di Campiglia: la posizione del Comune

Cave di Campiglia: la posizione del Comune

«Cave, nessun aumento delle estrazioni»

La delibera adottata nel consiglio comunale di Campiglia Marittima sulla variante di adeguamento al Piano provinciale delle attività estrattive e di modifica agli strumenti urbanistici del Comune è il proseguimento della procedura per consentire ciò che il Consiglio aveva già approvato in precedenza dando degli indirizzi precisi.

Non ci sono novità rispetto al fatto che il Comune non amplia in nessun modo i volumi da escavare, il Piano di Coltivazione non aumenta neanche di un metro cubo. Si consente solamente di finire il piano già approvato evitando che la chiusura immediata provochi una situazione di crisi occupazionale unita a un danno ambientale perché la cava deve essere ripristinata.

“Alcuni mesi fa — afferma la Sindaca — ci siamo confrontati con la Regione, i sindacati, le associazioni di categoria e l’azienda per affrontare una situazione complessa che si cerca di far apparire come una decisione unilaterale e incoerente. Non è né l’una né l’altra cosa. Nel merito quindi, le accuse di voler proseguire per tempi non definiti e di aver ampliato le coltivazioni provenienti dall’opposizione e dal comitato per Campiglia sono completamente infondate.

Sulle modalità di espressione e sui toni usati sia in consiglio che sui giornali e sulle affermazioni e dichiarazioni rilasciate – chiude la sindaca — la stampa non è il mezzo opportuno per rispondere a simili illazioni ed offese.”

UFFICIO STAMPA COMUNE DI CAMPIGLIA

Su Il Tirreno del 6.9.2017:

(…)

Sulla vicenda interviene anche Nicola Triolo segretario Fillea Livorno: «Qualcuno dimentica l’esito del tavolo di crisi del 30 novembre 2016. Infatti gli atti del consiglio comunale di questi giorni non sono altro che l’applicazione degli impegni assunti in forma pubblica a quella data forse allora non si sono fatte polemiche visto che erano in corso le azioni sindacale che hanno scongiurato subito i 10 esuberi, e la conseguente chiusura delle cave.

Come mai nessuno ha detto in quel momento che era giusto licenziare i lavoratori e dirlo anche in faccia ai lavoratori? Abbiamo chiuso il tavolo di crisi Regionale con tutti i soggetti: azienda ed istituzioni. Il verbale del 30 novembre con i lavoratori in sciopero e presenti in assemblea dice chiaro che abbiamo proposto un’ulteriore iniziativa per l’ottimizzazione dell’estrazione e la tutela dell’ambiente con la creazione di un polo minerario.

Al tavolo ricordiamo, oltre a discutere della solidarietà, abbiamo avanzato un’ulteriore proposta, accolta con interesse dal Comune di Campiglia: la creazione di un polo minerario a cui partecipino università e istituzioni insieme alle aziende minerarie e alle aziende utilizzatrici dei materiali, utile per studiare come sviluppare un utilizzo più mirato del microcristallino, nel rispetto dell’ambiente.

La Fillea Cgil della provincia di Livorno ha proposto in sostanza un polo che sviluppi una strategia estrattiva eco-sostenibile del microcristallino, che sia aperto però al confronto con aziende e cittadinanza. L’utilizzo di questo materiale consente a molte aziende della Toscana di poter continuare la loro produzione.

Siamo convinti che lo sviluppo del polo non possa gravare solo sulle istituzioni, perciò chiediamo la stesura di un piano di fattibilità che preveda un progetto capace di attingere anche ai fondi europei e che l’utilizzo della solidarietà fino alla stabilizzazione della filiera produttiva sia un elemento positivo, ma siamo anche convinti che sia necessario intraprendere strade innovative per garantire futuro all’attività estrattiva del territorio. La Fillea Cgil ritiene che se ci si candita al governo si debba smettere di urlare, ma capire le conseguenze. Quindi provare ad evitare disastri e trovare soluzioni. Forse avrebbe più senso chiedere alle istituzioni di cominciare davvero a costruire questo polo di studio e poter parlare con cognizione di causa».

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