Cave: indicazioni dal convegno, siamo pronti a raccogliere la sfida?

Cave: indicazioni dal convegno, siamo pronti a raccogliere la sfida?

Il Convegno che il 7 Dicembre si è tenuto al Teatro Mannelli di Campiglia col tema della “Valorizzazione dei materiali lapidei ornamentali del territorio del Campigliese e della Toscana meridionale”, è risultato molto interessante per i contenuti delle numerose relazioni e per i suggerimenti che ha potuto dare alle Amministrazioni dei Comuni della Val di Cornia sulle azioni da mettere in atto per valorizzare un patrimonio sconosciuto ai non addetti ai lavori.

Sono state ben illustrate le fasi storiche della conoscenza della geologia e potenzialità del Campigliese nell’ambito dei materiali lapidei ornamentali, ma anche della ricerca delle risorse minerarie.

E’ stata messa in evidenza l’importanza a livello didattico del sistema carsico della zona , ricco di grotte naturali, delle miniere e delle aree di cava antiche e moderne, che vengono visitate ogni anno da studenti universitari e studiosi italiani e stranieri per la eccezionalità delle loro caratteristiche, praticamente uniche o rarissime nel quadro nazionale e, per alcuni aspetti, anche in quello internazionale.

Dal convegno sono emersi alcuni suggerimenti sulla valorizzazione di questo patrimonio sconosciuto ai più, una valorizzazione che, partendo dalla funzione didattica di livello universitario, arrivi anche a permettere al pubblico la conoscenza sul luogo delle vicende storiche e scientifiche di un sistema minerario eccezionale, solo in parte già valorizzato dal Parco Archeo-minerario di San Silvestro, e il processo di formazione di questo patrimonio geologico sul quale ancora oggi gli studi non sono stati completati.

In questo senso sono stati criticati i criteri di rinaturalizzazione dei piani di coltivazione che prevedono genericamente di riportare terreni atti ad essere inerbiti facendo scomparire tutti i fronti di cava e rendendo quindi impossibile il proseguimento di studi. E’ stato detto che se questi criteri di rinaturalizzazione hanno validità in tutti quei casi dove la “semplicità” delle caratteristiche geologiche lo consente, questo non dovrebbe valere nel caso di miniere e cave con caratteristiche di “complessità” come ad esempio avviene negli affioramenti di Botro ai Marmi e in generale nel Campigliese.

E’ stata messa anche ben in evidenza ad esempio la necessità di studiare e valorizzare tutti i biositi presenti sul territorio e in particolare, e prioritariamente, il Geosito del Campo alle Buche che comprende anche il complesso edilizio e minerario della Etruscan Mines e che dovrebbe essere ricollegato al sistema dei Parchi.

Certo è che in questo convegno importante anche per i suggerimenti che ne sono scaturiti, è stato abbastanza discutibile l’approccio dell’Amministrazione: infatti l’Assessore Benedettini ha utilizzato il tempo del suo intervento non solo per raccontare interessanti fatti storici sulle prime attività di estrazione dei marmi nell’800 in forma già industriale, ma più che altro per attaccare quanti parlano di chiusura delle coltivazioni nei tempi previsti disinteressandosi , secondo lui, di tutti quelli che in tal caso perderebbero il lavoro.

Forse l’Assessore non si è reso conto che dal Convegno è emersa comunque una sconfessione delle azioni del Comune. Infatti nel caso delle Etruscan Mines, l’avere portato avanti nel Regolamento Urbanistico, respingendo tutte le osservazioni contrarie presentate, la legittimità della ricostruzione generale dei ruderi, senza peraltro rispettare l’impegno elettorale di acquisire al patrimonio pubblico tutto il complesso (quando il suo valore di mercato era minimo ), ha fatto sì che l’ipotesi di valorizzazione del Geosito del Campo alle Buche sia diventato estremamente difficile se non impossibile.

Auspichiamo che a questo punto l’Amministrazione promuova degli studi per presentare ipotesi di riuso delle cave a fini turistici e didattici e per fare sì che le opere di rinaturalizzazione siano condotte in modo corretto nel sistema paesaggistico e ambientale , in modo da garantire comunque la valorizzazione delle miniere e delle cave antiche e moderne.

Campiglia Marittima 8-12-2013

Comitato per Campiglia

Sulla stampa:

CAMPIGLIA IL COMITATO CITTADINO INTERVIENE SUL CONVEGNO SULLE RISORSE NATURALI
«Ok le ricerche, ma le cave no»
«Un patrimonio mineralogico e lapideo ricco che non è valorizzato»

Cave, il Comitato per Campiglia attacca l’amministrazione comunale e critica l’assessore Gianfranco Benedettini riferendosi al convegno che si è tenuto al Teatro Mannelli di Campiglia sul tema della «Valorizzazione dei materiali lapidei ornamentali del territorio del Campigliese e della Toscana meridionale». «Un convegno interessante per i contenuti delle numerose relazioni e per i suggerimenti che ha potuto dare alle Amministrazioni dei Comuni della Val di Cornia – incalza il Comitato – sono emersi alcuni suggerimenti sulla valorizzazione di questo patrimonio sconosciuto ai più, una valorizzazione che, partendo dalla funzione didattica di livello universitario, arrivi anche a permettere al pubblico la conoscenza sul luogo delle vicende storiche e scientifiche di un sistema minerario eccezionale, solo in parte già valorizzato dal Parco Archeo-minerario di San Silvestro.
In questo senso sono stati criticati i criteri di rinaturalizzazione dei piani di coltivazione che prevedono genericamente di riportare terreni atti ad essere inerbiti facendo scomparire tutti i fronti di cava e rendendo quindi impossibile il proseguimento di studi. E’ stato detto che se questi criteri di rinaturalizzazione hanno validità in tutti quei casi dove la “semplicità” delle caratteristiche geologiche lo consente, questo non dovrebbe valere nel caso di miniere e cave con caratteristiche di “complessità” come ad esempio avviene negli affioramenti di Botro ai Marmi e in generale nel Campigliese. In questo convegno è stato abbastanza discutibile l’approccio dell’Amministrazione – continua il Comitato – infatti l’assessore Benedettini ha utilizzato il tempo del suo intervento non solo per raccontare interessanti fatti storici sulle prime attività di estrazione dei marmi nell’800 in forma già industriale, ma più che altro per attaccare quanti parlano di chiusura delle coltivazioni nei tempi previsti disinteressandosi, secondo lui, di tutti quelli che in tal caso perderebbero il lavoro.
Forse l’assessore non si è reso conto che dal Convegno è emersa comunque una sconfessione delle azioni del Comune. Infatti nel caso delle Etruscan Mines, l’avere portato avanti nel Regolamento Urbanistico, respingendo tutte le osservazioni contrarie presentate, la legittimità della ricostruzione generale dei ruderi, senza peraltro rispettare l’impegno elettorale di acquisire al patrimonio pubblico tutto il complesso (quando il suo valore di mercato era minimo ), ha fatto sì che l’ipotesi di valorizzazione del Geosito del Campo alle Buche sia diventato estremamente difficile se non impossibile. Auspichiamo che a questo punto l’Amministrazione promuova degli studi per presentare ipotesi di riuso delle cave a fini turistici e didattici e per fare sì che le opere di rinaturalizzazione siano condotte in modo corretto nel sistema paesaggistico e ambientale , in modo da garantire comunque la valorizzazione delle miniere e delle cave antiche e moderne».
La Nazione 11.12.2013

«Dalla pietra più opportunità ma il Comune non se ne cura»
Da un convegno (al teatro Mannelli, su “Valorizzazione dei materiali lapidei ornamentali del territorio del Campigliese e della Toscana meridionale”)il Comitato per Campiglia recupera valide opportunità per il territorio. «L’incontro – commenta il Comitato – è risultato interessante pure per per i suggerimenti che ha potuto dare alle amministrazioni dei Comuni sulle azioni da mettere in atto per valorizzare un patrimonio sconosciuto ai non addetti ai lavori». «Ben illustrate – si prosegue – le fasi storiche della conoscenza della geologia e potenzialità del Campigliese nell’ambito dei materiali lapidei ornamentali, ma anche della ricerca delle risorse minerarie. Messa in evidenza l’importanza a livello didattico del sistema carsico della zona , ricco di grotte naturali, delle miniere e delle aree di cava antiche e moderne, che vengono visitate ogni anno per l’ eccezionalità delle loro caratteristiche». «Poi – si ricorda – sono suggerimenti sulla valorizzazione di questo patrimonio, una valorizzazione che, arrivi anche a permettere al pubblico la conoscenza sul luogo delle vicende storiche e scientifiche di un sistema minerario eccezionale, solo in parte già valorizzato dal parco di San Silvestro». « Criticati – si sottolinea – i criteri di rinaturalizzazione dei piani di coltivazione che prevedono di riportare terreni atti ad essere inerbiti facendo scomparire tutti i fronti di cava e rendendo impossibile il proseguimento di studi. Però questo non dovrebbe valere nel caso di miniere e cave con caratteristiche di “complessità” come negli affioramenti di Botro ai Marmi e in generale nel Campigliese. Messa ben in evidenza la necessità di studiare e valorizzare tutti i biositi presenti sul territorio e in particolare il geosito del Campo alle Buche che comprende anche il complesso edilizio e minerario della Etruscan Mines e che dovrebbe essere ricollegato al sistema dei Parchi. Discutibile l’approccio dell’amministrazione: l’assessore Benedettini ha utilizzato il suo tempo non solo per raccontare fatti storici, ma per attaccare quanti parlano di chiusura delle coltivazioni nei tempi previsti». «Auspichiamo – conclude il Comitato – che l’amministrazione promuova degli studi per presentare ipotesi di riuso delle cave a fini turistici e didattici e per fare sì che le opere di rinaturalizzazione siano condotte in modo corretto nel sistema paesaggistico e ambientale, in modo da garantire comunque la valorizzazione delle miniere e delle cave antiche e moderne».
Il Tirreno 15.12.2013

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