Caso cave – Il Comitato per Campiglia risponde ai politici
Le posizioni politiche espresse dopo il convegno su cave, paesaggio e parco, richiedono alcune precisazioni.
Il Comitato per Campiglia è nato con un fine esclusivo: la tutela di beni costituzionalmente protetti come il paesaggio e i beni culturali. Nell’assemblea dell’11 luglio abbiamo offerto ai cittadini una ricostruzione degli atti amministrativi, da nessuno smentita , che hanno portato all’attuale situazione della cava di Monte Calvi. Lo abbiamo fatto perché è indubbio che quella cava rappresenta oggi una delle maggiori ferite sulle nostre colline e una minaccia per il patrimonio culturale. Abbiamo constatato che, nel corso degli anni, vi sono stati sostanziali cambiamenti nei piani di coltivazione e ritardi nei ripristini che hanno aggravato gli impatti ambientali della cava.
Contrariamente a quanto affermato, il problema del lavoro è stato affrontato nell’assemblea fino al punto da richiedere, a chi ha strumenti e poteri, d’intervenire sin da ora sulla Soc. Cave di Campiglia per pianificare la necessaria riconversione occupazionale ed evitare il peggiore dei ricatti: quello tra lavoro e ambiente.
Lasciamo ad altri i secondi fini e le dietrologie. Il Comitato ha dato un contributo alla conoscenza dei fatti, pubblicamente e con documenti.. Ci sembra che l’iniziativa sia stata apprezzata dai cittadini e per questo siamo stati invitati a continuare per altre situazioni dove il paesaggio è gravemente minacciato, come la Cava di Monte Valerio, Borgo Novo e il cementificio di Trafossi.
Sui fatti fin qui emersi restiamo aperti al confronto. Ci auguriamo che anche chi ha ruoli politici e di governo abbia la stessa disponibilità e organizzi al più presto un confronto pubblico a cui invitare istituzioni, partiti e sindacati, invece di limitarsi a lanciare proclami sulla stampa.
Comitato per Campiglia
22.07.2008
(Pubblicato su il Tirreno e Greenreport)