«Bisogna ripartire da zero» Giù le mani da Baratti sui due primi incontri del percorso partecipativo

Qui si continua a non capire il senso della partecipazione come processo di elaborazione condivisa delle scelte. Dopo i primi due incontri del percorso partecipativo sul piano di Baratti, dobbiamo ribadire il nostro obiettivo iniziale, cioè che si deve ripartire dall’inizio, non dal progetto presentato dal Comune. Invece finora gli amministratori e i vari tecnici comunali sono venuti essenzialmente a spiegare e giustificare le decisioni che sembrano avere già preso. Noi non abbiamo bisogno di essere convinti, ma di essere effettivamente coinvolti nel processo decisionale, ripartendo da una situazione in cui tutte le opzioni – compresa l’opzione zero – abbiano pari dignità.

Degli incontri finora svolti consideriamo sbagliata, da parte dei rappresentanti comunali, la tendenza a minimizzare gli interventi proposti, l’atteggiamento difensivo e a volte stizzito ad ogni domanda che viene posta.

Nel primo incontro l’architetta Viviani replicò affermando testualmente che “i vincoli valgono meno dei piani” (che per un’area archeologica non ci sembra davvero un buon viatico), mentre nel secondo non ci sono state risposte chiare al Comitato quando ha esibito la convenzione stipulata nel 2003 tra il Comune e la Società di Poggio all’Agnello nella quale il Comune stesso si impegnava “ad individuare nell’ambito del Piano Particolareggiato del Parco di Baratti e Populonia, idonea soluzione per consentire la creazione di una spiaggia attrezzata nel Golfo di Baratti” a servizio del nuovo complesso turistico-ricettivo nella ex fattoria.

Dunque il Comune ha le mani legate? Oppure può recedere da tale impegno? Oppure l’impegno è da considerarsi già assolto in quanto dopo il 2003 a Baratti sono già state realizzate spiagge in concessione?

Anche altre domande hanno ricevuto risposte vaghe. Come mai, ad esempio, a distanza di un mese il comune non ha ancora messo a disposizione sul suo sito internet la delibera della giunta comunale n. 329 del 26 ottobre relativa all’avvio del percorso partecipativo e alla nomina del garante della comunicazione?  Eppure mettere a disposizione tutte le informazioni dovrebbe essere la base di ogni tipo di partecipazione.

Per tutti questi motivi il Comitato lancia una proposta: accantoniamo il piano particolareggiato proposto dal Comune e apriamo un tavolo aperto a tutti i soggetti interessati ed alle istituzioni di tutela per discutere veramente e dall’inizio del futuro di Baratti e Populonia. L’eventuale piano dovrà essere non la premessa, ma il risultato di un percorso di conoscenza e di confronto. Su questo invochiamo anche il ruolo di garanzia della Regione Toscana.

Comitato Giù le mani da Baratti

29 novembre 2010

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