Benedettini: «Le case di Rimigliano non sono dell’800»

Nella tenuta di Rimigliano «si procederà con la demolizione di tre quarti del patrimonio edilizio esistente, risalente all’800» ha detto Legambiente lanciando l’allarme. Ma non avevamo già detto che quelle costruzioni non erano dell’800? Per conferma siamo andati a chiedere allo storico del territorio, Gianfranco Benedettini. «Non è vero che quelle case siano state costruite nell’800. Esse appartengono al 900 rurale.

Il conte Della Gherardesca scrive nelle sue memorie, a proposito della bonifica del lago: “…per il lavoro di terra furono impiegati gli operai della società Cooperativa della Venturina ed esso si svolse con un ritmo talmente accelerato che, sullo scorcio dell’estate del 1929, fu quasi condotta a termine…nel giugno 1930 si raccolse per la prima volta grano dove fino a poco tempo prima avevano trovato il miglior ricetto le folaghe e i beccaccini…”. Le memorie del conte sono state riportate in un libro. Quelle case sono nate nel 1929. Al tempo, i grandi proprietari non andavano molto per il sottile riguardo alle “dimore” dei loro contadini. Quelle di Rimigliano sono un esempio, identiche a quelle nate a Poggio all’Agnello, oggi trasformate in case che mantengono la loro architettura originaria. A Rimigliano accadrà la stessa cosa. Un esempio di case dell’800 lo si vede in Biserno e lungo la vecchia Aurelia, da Palmentello a San Vincenzo. Quelle sono case belle! Da salvaguardare come esempio mirabile di case rurali della nostra zona. Sulla loro facciata si possono ancora vedere una targa con il nome, in genere di un santo, lo stemma degli Alliata, un’altra targa con l’anno di nascita, allorquando non era ancora nata l’Italia che celebriamo nei suoi 150 anni».
La Nazione 8.10.2011

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Un pensiero su “Benedettini: «Le case di Rimigliano non sono dell’800»

  1. Ergo? Non sono dell’Ottocento. In effetti i poderi sono d’epoca fascista. Dunque? Bene buttarli giù e ricostruirli diversi da come sono? No, perché si dice, e ci piacerebbe sapere su quali basi, che a Rimigliano si recupererà, come avvenuto a Poggio all’Agnello, l’architettura originaria. Il comune per primo ha riconosciuto che devono essere salvaguardati.
    Peccato che nei documenti, nelle NTA, ci sia scritto chiaramente che si potranno buttare giù e riedificare con sagome diverse.
    Una delle contraddizioni, una delle tante, presenti all’interno del Regolamento Urbanistico e tra Regolamento Urbanistico e Piano Strutturale.
    E dice giustamente Berrighi che quando c’è difformità tra Regolamento Urb e Piano strutturale è giusto adire alla Conferenza Paritetica Interistituzionale. Siamo dunque tutti d’accordo.
    In realtà anche quando la pianificazione di un ente entra in contrasto con quella degli altri enti: se il PTC prevede A, il PIT prevede A e il Piano Strutturale del Comune di San Vincenzo prevede Z si deve sottoporre il caso alla Conferenza paritetica.
    Auguri a tutti.

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