« Baratti opzione zero» Scrive Giuliano Parodi

Partecipando ai tavoli di discussione del percorso partecipativo su Baratti e Populonia, non ho potuto far a meno di notare la resistenza che e’ stata opposta nell’affrontare l’argomento in maniera oggettiva e, partendo da alcune premesse che ritengo indispensabili per poter emettere qualsiasi giudizio in proposito.

Nei primi anni 80 dalla pianificazione urbanistica coordinata dei comuni della val di cornia, si decise di reperire non soli i mq. 18 per abitante per standard all’interno delle aree urbane, ma anche mq. 15 per abitante nel territorio aperto, questa scelta comporto’ l’individuazione di circa 10.000 ettari di terreno che presero la denominazione di “Sistema dei parchi della Val di Cornia”, in questa area troviamo anche i 3000 h dell’area Populonia-Baratti.

L’Arch. Insolera fu chiamato a redigire un piano particolareggiato dei parchi che individuava come unica finalità ammissibile per queste aree, il potenziamento delle risorse archeologiche e naturalistiche. Insolera si avvalse infatti di contributi di archeologhi e naturalisti che metterono in evidenza l’immenso patrimonio archeologico della zona e le sue specificità naturalistiche. Nel Piano Particolareggiato di Baratti e Populonia si ammetteva esclusivamente interventi funzionali alla tutela del paesaggio e alla valorizzazione archeologica, altri interventi non erano ammessi. Addirittura nel piano non si riconosceva neppure l’esistenza del piccolo campo boe di Baratti, per il quale si prevedeva il graduale trasferimento nel porto di Salivoli, un volta completato.

Nel 2006 il piano Strutturale adottato dai comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto recepisce in toto le indicazioni gia’ espresse nei piani precedenti, dal punto di vista sostanziale, la tutela del sistema dei parchi rimane invariata. Premesso tutto cio’ e’ evidente che non ha molto senso discuere di una parte senza affrontare il problema nel suo insieme. La questione non e’ se fare o meno un albergo a Baratti, perche’ Insolera non vedeva certo la vocazione balneare dell’area ma il suo valore storico. Non voglio scendere nel merito della validita’ o meno delle bozze che sono giunte sui tavoli del Comitato “giu’ le mani da Baratti”, ma una cosa voglio sottolineare la schizofrenia  delle indicazioni ivi contenute, redatte degli stessi tecnici che hanno scritto il piano Strutturale e che entrano palesemente in conflitto con esso.

Il problema non e’ solo tecnico ma anche sopratutto politico perche’ le indicazioni dell’amministrazione contenute negli orienamenti progettuali e i documenti redatti dal Partito Socialista di Piombino, forniti ai tavoli del percorso, contengono a mio dire indicazioni e visioni pericolose che vanno a discapito della tuetela e valorizzazione di un patrimonio unico, nonche’ in netto contrasto con gli indirizzi contenuti nel Piano Strutturale adottato a suo tempo ad ampia maggioranza.

Giuliano Parodi

Capogruppo Uniti per Suvereto

 

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