Baratti e Populonia: Analisi del piano particolareggiato

PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI
BARATTI E POPULONIA
PRESENTAZIONE DEL 17 FEBBRAIO 2012
CRITICHE E PROPOSTE
Il 17 Febbraio 2012 l’amministrazione del Comune di Piombino ha presentato il così detto “Piano particolareggiato del Parco Archeologico di Baratti e Populonia” a distenza di dodici mesi dal completamento dalla pubblicazione dei risultati del percorso partecipativo da SOCIOLAB, a più di sette mesi da un incontro al Rivellino tra l’Assessore all’Urbanistica e i cittadini dove fu detto che era quasi pronto tutto, dopo quattro mesi da un primo incontro dell’Amministrazione in Conferenza dei servizi, dopo un mese dal secondo incontro con la stessa Conferenza, dopo più di due mesi dalla trasmissione del progetto ai capigruppo dei partiti presenti in Consiglio Comunale.
Tutto ciò è avvenuto senza che l’Amministrazione tenesse al corrente quanti avevano messo il loro tempo a disposizione nel percorso partecipativo.
A fianco di questa chiara dimostrazione di avere poco capito il senso e le funzioni e le metodiche di un percorso partecipativo, viene comunicato che il progetto non solo non sarà oggetto di una seconda fase del percorso partecipativo come era stato richiesto e come era stato raccomandato anche dal Garante della Regione, ma addirittura sarà portato in adozione in Consiglio Comunale entro Febbraio, a pochi giorni di distanza da questo vernissage inutile in quanto non in grado di dare una visione completa e approfondita delle scelte fatte e tanto meno di raccogliere suggerimenti e ipotesi visto che i cittadini hanno visto questo piano per la prima volta.
Quindi, il Comitato per Campiglia protesta non solo per alcune previsioni del progetto, che vedremo in seguito, ma prima di tutto per il metodo obsoleto portato avanti dall’Amministrazione che ha tradito lo spirito, i metodi e le ragioni del Percorso Partecipativo.
Il Comitato per Campiglia richiede innanzi tutto due cose precise:
1) che dal titolo del Progetto venga tolta il termine “Parco Archeologico” perché il progetto non riguarda il Parco Archeologico ma solo una serie di appendici di tipo turistico che, se andrà bene, non danneggeranno il Parco archeologico, ma che certamente saranno solo strutture che sfrutteranno la rendita di posizione di Baratti.
2) che venga attivata una seconda fase del processo partecipativo dove illustrare, analizzare e far esprimere opinioni e suggerimenti a quella cittadinanza attiva che ha già dimostrato di avere competenze e intelligenza per mettere a nudo le pecche del progetto bozza proposto nel 2010.
Nel merito delle singole proposte contenute nel Piano ci rifacciamo ai documenti, probabilmente parziali, che abbiamo potuto vedere, ad alcuni interventi e ad alcuni contenuti espressi durante la presentazione. Da questi risultano i seguenti punti critici che secondo il Comitato per Campiglia , impediscono di capire con chiarezza le ricadute reali del Piano su Baratti e Populonia.
1) Nell’area della così detta “Porta al Parco” alle Caldanelle viene ridotto in maniera consistente l’insieme dei volumi di nuova edificazione, limitandosi, si spera, a quelli strettamente necessari ai turisti. Gli schemi progettuali che corredavano la bozza iniziale scompaiono e quindi poco si può capire di cosa verrà fatto. I parcheggi diminuiscono anch’essi drasticamente ma non si capisce perché. Certo è che questi si limitano ora alla sola parte di aree già di proprietà pubblica escludendo altre proprietà. Questi parcheggi avevano la funzione di permettere la dismissione dei parcheggi esistenti di fronte al Pratone e alla Pineta.
Visto che la dismissione è ancora prevista vogliamo sapere in base a quali stime di presenze è stato ridotta la capacità di parcheggi alle Caldanelle
2) L’insieme dei ruderi e costruzioni nella pineta saranno demoliti e tra queste anche l’attuale centro velico. Poiché tuttavia di questo centro è ancora prevista la presenza, vogliamo sapere quale proposta sarà fatta, perchè dalla lettura del Piano è impossibile valutare fin da ora se la proposta sarà compatibile con la tutela e lo sviluppo delle componenti archeologiche e naturalistiche del Parco. Durante la presentazione è stato riferito che il nuovo centro velico sorgerà nel parcheggio antistante il Centro velico attuale, ma su cosa sia, su quanto sarà esteso, su quanto inciderà su aree eventualmente interessate ad indagini archeologiche nulla è stato riferito.
3) Il punto dolente del Casone non viene risolto. Se in una fase del percorso, di fronte ad una presunta impossibilità di destinazione pubblica del complesso, era stato ipotizzata, una destinazione mista, in parte ricettiva, in parte di supporto al sistema archeologico, oggi vediamo che la Conferenza dei servizi, pur definendo una serie di vincoli molto precisi, parla di interventi di alta qualità alberghiera, indicazione in contrasto con i risultati del percorso partecipativo.
Fortunatamente è stata fatta una precisazione da parte dell’Assessore Marson che dice testualmente :“La prescrizione di “alta qualità alberghiera” per il Casone è senza dubbio un’espressione poco felice piuttosto che una smentita delle conclusioni del processo partecipativo che auspicava, come è noto, ‘la creazione di una struttura ricettiva non di lusso ovvero alla realizzazione di una struttura di accoglienza a prezzi contenuti che possa ospitare giovani, studenti, archeologi, turisti orientati all’esplorazione della natura (per esempio ciclo-turisti) o
turismo culturale’. Il contesto in cui essa è stata espressa richiama infatti la volontà di tutelare il contesto paesaggistico, anziché di individuare la tipologia di gestione dell’immobile, aspetto estraneo alla competenza della Conferenza dei servizi in questione”. Resta comunque il fatto che la destinazione sarà di tipo alberghiero. Destinazione a priori insensata per un complesso di cui nulla sappiamo, da un punto di vista storico e archeologico. Non sappiamo cosa c’è sotto e quindi la destinazione potrà essere definita solo dopo un accurato studio del manufatto che permetta di individuare gli interventi ammissibili e di conseguenza le destinazioni sostenibili.
4) Le proposte di riassetto delle aree intorno al porto presentano indicazioni pericolosamente vaghe essendo scomparse le tipologie progettuali che corredavano la prima bozza di progetto. Le sistemazioni a terra con impiego di legno e corten e vegetazione è vaghissimo e da verificare nella fattibilità a manutenzione. Inoltre qualunque progetto definitivo sarà poco incisivo se non tratterà la sistemazione delle aree a monte della strada ora malamente sistemate per parcheggi e per accoglier alcune strutture in legno.
5) Le previsioni sul complesso di “Canessa” fanno capire, più dichiaratamente di quanto avvenisse nella prima bozza, che questo diventerà una struttura alberghiera che prevede demolizioni, nuovi volumi e sistemazioni esterne estremamente invasive. L’uso generalizzato di legno e corten insieme ad aree verdi in aderenza al mare e su una riva tutta di ciottoli, lascia molto perplessi sulla realizzabilità e la manutenzione. Una perplessità condivisa nella conferenza dei servizi, visto che tra le prescrizioni si parla di mantenere i percorsi pedonali in legno entro i cm. 150. Se a queste prescrizioni si aggiungono quelle relative al complesso di Canessa : demolizione del corpo di fabbrica a ridosso della Torre di Baratti lato sud ed eliminazione della copertura della terrazza del ristorante, si capisce che quanto previsto per il complesso dai progettisti del piano è tutto da rifare e comunque da chiarire in maniera precisa.
6) Anche per Populonia le sistemazioni previste dal Piano vengono contestate in Conferenza dei servizi che richiede una riprogettazione secondo criteri meno geometrici. In ogni caso anche per questo punto del Piano era rilevabile la scarsa definizione delle previsioni.
In conclusione il Comitato per Campiglia rileva la scarsa definizione degli interventi e quindi la incapacità da parte del Piano di garantirne la qualità e la compatibilità con le componenti archeologiche e naturalistiche delParco. Per tanto richiede:
1) Che il Piano particolareggiato non sia considerato alla stregua di un Piano di Recupero, come specificato nel Piano, mancando i rilievi dello stato di fatto delle componenti trattate e mancando gli schemi tipologici degli interventi proposti.
2) Che l’analisi delle Osservazioni che verranno fatte dopo l’Adozione, avvenga in modo partecipato eventualmente anche estendendo i tempi di presentazione delle Osservazione oltre i 45 gg. d’uso.
3) Che il Piano particolareggiato sia integrato con la individuazione dei limiti di progetti unitari che dovranno eventualmente esulare dai limiti del Piano per garantire la realizzazione completa, funzionale e paesaggisticamente congrua di interventi (ad esempio il progetto delle Caldanelle e insieme delle aree a parcheggio da dismettere, la sistemazione della pineta e del nuovo centro velico, il Casone e le aree di parcheggio al di là della strada, il porticciolo e le aree a monte della strada, il Complesso di Canessa e tutte le aree esterne, i parcheggi di Populonia e la nuova struttura prevista nell’edificio della ex Croce Rossa, ecc.)
4) Che il Piano corretto ed integrato dalla individuazione dei progetti unitari, sia sottoposto ad una seconda fase del processo partecipativo.
5) Che ad approvazione del piano particolareggiato gli interventi relativi ai progetti unitari siano attivati con Piani di Recupero da sottoporre ad una terza fase del percorso di partecipazione.
6) Che in fase di realizzazione delle opere le varianti in corso d’opera che portino alla modifica dei materiali, delle forme e delle funzioni approvate siano sottoposte ad un confronto con i cittadini.
Il Comitato per Campiglia ritiene che solo inserendo le proposte fatte nella struttura normativa e procedurale del Piano, sarà possibile garantire una qualche validità anche metodologica, al percorso partecipativo attivato dalla Amministrazione. Inoltre solo adottando le procedure proposte si ritiene che il risultato finale degli interventi sarà il meno possibile incontrollato e il più possibile condiviso senza per questo ledere i diritti di partecipazione dei cittadini e i diritti di scelte responsabili e motivate dell’Amministrazione.
Campiglia Marittima 18-02-2012
Comitato per Campiglia
Riporto un estratto da un blog del Corriere Etrusco che contiene alcune interessanti specificazioni:
“l’impresa proprietaria del Casone è la “Casone di Baratti srl” (che, a quanto si intende, include vari ettari di terreni contigui…e lì sta il fatto… non nel Casone in sé). La Sogespa Immobiliare spa di Firenze, attiva nel settore della gestione delle case di riposo, detiene il 57% della “Casone di Baratti srl”, mentre il restante 43% è in mano a Roberto Nannini. Roberto Nannini, mediatore immobiliare di Donoratico, noto dalle nostre parti come proprietario de “Il Tombolo”, ha guidato l’acquisizione della Tenuta di Rimigliano, facendo da apripista alla cordata di Berrighi. E’ socio di Berrighi nel resort di Poggio all’Agnello.
Roberto Nannini è amministratore unico della “Casone di Baratti srl”.
Riporto anche un estratto del comunicato soprastante: al Casone (ndr) il percorso partecipativo auspica
‘la creazione di una struttura ricettiva non di lusso ovvero (…)la realizzazione di una struttura di accoglienza a prezzi contenuti che possa ospitare giovani, studenti, archeologi, turisti orientati all’esplorazione della natura (per esempio ciclo-turisti) o turismo culturale’.
Ora, carissimi commentatori di questo blog, vi pare che sia minimamente possibile che simili personaggi (Nannini e C. ) vogliano fare una struttura come sopra ? Per loro sarebbe, come dire, mettersi a fare beneficienza e non mi sembra nel loro stile. I nostri gentili amministratori da che parte stanno ? Non erano protettori del “popolo” ?