Avviato lo scavo archeologico. Prime conferme alla Pulledraia

Avviato lo scavo archeologico. Prime conferme alla Pulledraia

Alla luce un antico tracciato pavimentato: potrebbe essere di epoca romana.
La campagna che interessa più di un sito a Venturina ha preso il via il 15 giugno.

«Lo sapevo che c’era, lo sapevo…». Poche parole da parte dell’assessore alla Cultura Gianluca Camerini per annunciare che qualcosa è affiorato dall’indagine archeologica preliminare nell’area di Caldana.

Sembrano proprio i resti di un antico tracciato, una pavimentazione di epoca romana, quelli venuti in superficie alla Pulledraia, nella proprietà della Villa Burci-Berrighi, dove la campagna di scavi è partita il 15 giugno. Ma ulteriori dettagli li fornirà l’assessore nei prossimi giorni, quando ci saranno più elementi a disposizione.

L’indagine archeologica mira a verificare la presenza nel sottosuolo di tracce dell’età imperiale, testimoniate dai resti del Mausoleo romano tra via dei Molini e via Mattarella. È stato Camerini nei mesi scorsi a scrivere alla Soprintendenza archeologica per le province di Pisa e Livorno, illustrando i risultati di alcune scoperte fatte in Caldana, grazie anche agli studi di Piero Cavicchi dell’Associazione archeologica piombinese, evidenziando quindi la necessità di una campagna di scavi.

La Soprintendenza ha poi accolto la richiesta e dato parere favorevole, incoraggiando e sostenendo il Comune nell’intraprendere questo percorso. Il successo dell’operazione permetterebbe di accrescere l’attrattività turistica del parco termale e a ripensare a una sua riqualificazione in un’ottica più ampia. In ogni caso si conoscerà di più della storia locale, con il passato e il presente caratterizzati dalla presenza di numerose e diversificate sorgenti termali e dalla sua vicinanza alla rete stradale principale.

Come spiegato da Camerini, in veste di storico, in ogni epoca gli abitanti hanno cercato di trarre beneficio da questi due elementi, costruendovi intorno edifici, fabbriche e infrastrutture per la vita domestica e per le attività produttive.

Le aree interessate dall’indagine sono tre: il Mausoleo romano di Caldana, un sepolcro monumentale costruito lungo l’antica via Aurelia, secondo la consuetudine dell’epoca di erigere le sepolture dei personaggi più eminenti lungo i tratti extraurbani delle strade principali.

Poi, la zona adiacente il mausoleo dove passava appunto l’Aurelia/Aemilia Scauri: quest’ultima in alcuni tratti doveva affiancarsi e regolarizzare la precedente Aurelia, mentre in altri probabilmente ne ricalcava il tracciato, finendo per sovrapporsi e talvolta confondersi con essa.

Infine, a poche centinaia di metri a nord del mausoleo, in località La Pulledraia, l’area in cui è partito lo scavo e dove ci sono forti indizi circa l’esistenza di importanti edifici d’epoca romana dei quali potrebbero essere rimasti tratti di muro nascosti da qualche decina di centimetri di terra.

Annalisa Mastellone – Il Tirreno 16.6.2020

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