Approvato il Piano Paesaggistico. E ora?
Comunicato del Comitato per Campiglia
Il Piano Paesaggistico della Regione Toscana è stato approvato dopo quasi quattro anni dall’approvazione dell’atto di indirizzo in Consiglio regionale nel 2011.
“Non mi sento (…) di fare alcuna celebrazione clamorosa, né retorica, di questo esito. Raggiungere questo risultato è stato difficile e aspro, né sono state risolte tutte le contraddizioni”.
Queste parole dell’Assessore Anna Marson illustrano perfettamente la posizione del Comitato per Campiglia
ad approvazione avvenuta del Piano. Infatti è inutile nascondersi che sono state introdotte rozze e pericolose correzioni volute da alcuni politici eletti che si sono rivelati difensori e portavoce non tanto di esigenze del mondo del lavoro, ma dell’interesse privato di alcuni gruppi economici non certo identificabili nel mondo dell’agricoltura di qualità, o in quello degli artigiani del patrimonio lapideo, o infine in quello degli imprenditori di un turismo non massificato.
L’approvazione del Piano servirà a ben poco se non verranno attivati immediatamente gli strumenti già previsti, quali l’Osservatorio regionale del paesaggio, in grado di fare del Piano uno strumento in grado di fotografare e rappresentare in tempo reale lo sviluppo del territorio e “a mantenere alta l’attenzione intorno all’interpretazione che quotidianamente, nei giorni e negli anni a venire, sarà data del piano stesso e dei suoi contenuti”.(A. Marson).
Ma altre azioni prettamente politiche e partitiche dimostreranno se c’é l’intenzione di portare avanti quanto approvato o se si spera in ritardi attuativi, modifiche surrettizie e boicottaggi vari che vanifichino tutto quanto rimane del Piano Paesaggistico. Se infatti, con le prossime elezioni regionali le formazioni politiche che fino ad oggi hanno governato la Toscana riproporranno, in posizioni di rappresentanza o di ruolo pubblico, i personaggi che hanno difeso a spada tratta, mettendoci la faccia, un modello di sviluppo basato sulla difesa “dei grandi interessi finanziari, travestiti da interessi per lo sviluppo” (A. Marson), avremo ben poco da sperare da questa approvazione.
Siamo giunti infatti al punto che se l’opera di demolizione di un lavoro illustrato e condiviso dai cittadini e dalle stesse istituzioni (Giunta, Consiglio, Commissioni, Sindaci, associazioni ecc.) in ogni sua tappa non è completamente riuscita, è solo grazie all’opposizione da parte del Ministero dei Beni Culturali a stravolgimenti radicali.
Questo sta a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’autonomia degli Enti locali, invece di essere uno strumento di partecipazione e di conoscenza e difesa del patrimonio paesaggistico, sociale, culturale, lavorativo delle comunità, può diventare uno strumento perverso di difesa di interessi economici privati, a meno che non vengano definite e gestite correttamente le competenze e i poteri dei vari livelli istituzionali : Stato, Regioni, Provincie (?), Comuni.
Campiglia Marittima 28 Marzo 2015
Comitato per Campiglia
Alberto Primi