“Addio al mito Toscana” – La Süddeutsche Zeitung dedica una pagina intera alle ferite di Campiglia denunciate dal Comitato

Nella sua edizione di sabato 13 settembre, in pagina 36, il quotidiano tedesco (l’uno dei più importanti della Germania, stampato a Monaco di Baviera) pubblica un servizio completo sui scempi che minacciano Campiglia Marittima e il suo paesaggio e sul lavoro del Comitato.

Questa inchiesta è firmata Ulrike SAUER , corrispondente del giornale in Italia, che ha intervistato abitanti di Campiglia, il sindaco e membri del Comitato.

Si può leggere l’articolo in tedesco sul sito sueddeutsche.de

Ecco la traduzione in italiano:

Addio al mito Toscana
di Ulrike Sauer

Bella ciao:
Sulla costa etrusca in Campiglia affaristi e politici locali senza scrupoli rovinano il paesaggio da cartolina d’Europa .

Campiglia Marittima – Quando aveva 17 anni Coraldo Cavicchi (foto piccola in alto) esplorava le colline intorno a Campiglia, la schiena verso la costa etrusca e l’isola d’Elba, davanti a sé il maestoso Monte Calvi. Il figlio di contadini procurava fucili e munizioni per la Resistenza.

Qualche volta si intrufolava nel campo della Wehrmacht  per fregare qualche arma. “ La nostra vita non contava nulla. Sentivamo solo il dovere di difendere la libertà“, dice il vecchio uomo. Lui se l’è cavata e ha salvato la pelle.

Adesso Cavicchi conciato male sta seduto nel suo soggiorno su una poltrona di pelle. Sotto gli occhi stanchi ci sono due lividi viola, la mano destra è fasciata, le costole dolgono ad ogni respiro. Colpa di uno scontro con una Porsche.

Quattro notti insonni non impediscono al vecchio partigiano di alzare la voce. “La mia rabbia è contro gli assassini del Monte Calvi“ , esplode. E’ finita la pace in questa estate in Campiglia Marittima, distante otto chilometri dalla costa. Intorno al villaggio medievale da cartolina si sveglia la resistenza. Non contro gli invasori come sessantacinque anni fa. Ma contro una cricca di potere rappresentata nel Comune da una sindaca di sinistra.

Come su molte altre colline da sogno della Toscana bisogni finanziari e interessi commerciali incentivano una politica che genera dubbi. “Ogni giorno distruggono un pezzo di montagna“ dice Cavicchi. “Imbrogliano persino noi che avevamo tanta fiducia in loro“ si lamenta l’ottantaduenne. L’aggressione a Campiglia la compiono oggi i suoi eredi politici.

Con mine, ruspe e perforatrici vanno alla conquista del Monte Calvi boscoso. In lontananza brilla un largo fronte di calcare nudo nel sole, circondato dal verde fondo di lecci, olivi selvatici, mirti e corbezzoli. In realtà l’estrazione del calcare era legata al bisogno delle acciaierie giù nella cittadina portuale di Piombino e doveva terminare nel 2014 e i gestori si erano impegnati a rinaturalizzare la parte sfruttata. A Campiglia erano arrivate enormi somme anche dall’Unione Europea per un Museo Archeologico all’aperto. Qui dove miniere e forni fusori mille anni prima di Cristo sono stati alla base di una delle più antiche zone industriali d’Europa.

Così è nato sopra le spiagge di sabbia del golfo di Baratti una testimonianza sul rapporto tra uomo e paesaggio – dalla economia del ferro degli etruschi fino alle miniere nel XX secolo. L’avanzare del deserto di sassi della cava in mezzo ai 450 ettari del parco archeologico appare una colossale stupidità.

Da alcuni anni il Comune di Campiglia dimostra di pensarla diversamente. Il Consiglio Comunale ha liberalizzato la vendita del materiale di scarto. Solo un quarto del calcare di Campiglia arriva ancora nell’acciaieria. La licenza è stata due volte prolungata, il volume di materiale che i gestori privati possono ricavare dal Monte Calvi è stato aumentato del 75% .

L’aumento della produzione colpisce duramente il Parco Archeologico di San Silvestro. Uno strato di polvere bianca copre le fronde degli alberi e reperti archeologici. Lo scomodo direttore del Parco Massimo Zucconi è stato estromesso. Il gestore dell’Ostello della gioventù logorato ha rinunciato. Dopo una esplosione di mine due anni fa dei sassi sono caduti vicino a dei visitatori, due parti del Parco da allora sono chiuse. Un’altra volta un camion da trasporto è uscito da una strada di ghiaia e si è rovesciato nei cespugli sottostanti dove ancora rivolge i suoi pneumatici verso il cielo. In quell’incidente è morto l’autista.

“La Pompei del Medioevo – come ha chiamato la Rocca di San Silvestro l’archeologo inglese Richard Hodges – è in pericolo. Le rovine restaurate del villaggio sono una rarità: già nel XIII secolo i minatori d’argento avevano lasciato l’insediamento, quando la Repubblica Marinara di Pisa aveva conquistato la Sardegna e prendeva di lì i suoi metalli pregiati.

Oggi sul Monte Calvi sono a rischio investimenti di milioni e il futuro di un’eredità, che con la sua attrattiva turistica è anche economicamente significativa. “Perché volete suicidarvi?” domandava lo studioso Salvatore Settis, spaventato. Campiglia deve decidersi scrive Settis che è direttore della Scuola Normale di Pisa. O la cava o il Parco Archeologico.

Il sindaco Silvia Velo però le vuole tutte e due. Governa dal 1999 nel Comune che, come in tutta la Toscana, è la roccaforte della Sinistra. La  41enne vuole mettere sotto un solo cappello molte altre cose. Subito sotto le mura del paese di Campiglia il Consiglio Comunale ha concesso l’edificazione di tre nastri di nuove costruzioni sulla strada verso il Parco di San Silvestro. Su una dolce collina dove oggi fra sughere e olivi è libera la vista sulla Rocca di Campiglia dovranno essere tirati su 53 appartamenti per vacanza. Nei campi di carciofi giù in pianura è stato previsto un cementificio. Si parla persino di una centrale per fornire energia a 10 ettari di serre da fiori .

Che colpa ne ha la Toscana che è così bella? Nel frattempo lascia il suo calcare al consorzio dei gestori per 0,34 euro al mc. In commercio un mc. costa 21 euro e più. Sulla sedia di presidente della Società Cave di Campiglia  sta seduto Lorenzo Banti, predecessore e collega di partito dell’attuale sindaco. Il vecchio Cavicchi è disgustato da queste connessioni. “Che caso!”, ironizza.

Ogni anno la cava rende 15 euro ad ogni abitante calcola Rossano Pazzagli, ex sindaco del paese vicino, Suvereto. Il professore di Università si è iscritto ad una iniziativa civica che si ribella contro i progetti che deturpano Campiglia. Pazzagli percepisce una cava come “una doppia lesione“. Perché quello che viene cavato dalla ferita nella montagna approda nel cemento sulle colline e sulle coste della Toscana. Due anni fa si è innescato un acceso dibattito in Italia quando a Monticchiello, vicino a Pienza , è stato progettato di costruire un insediamento di case di vacanza in un paesaggio magico e intatto. “Il consumo irreversibile delle risorse paesaggistiche non è nell’interesse della comunità” dice lo storico Pazzagli.

Il progetto turistico che adesso spaventa Campiglia si chiama ’Borgo Novo’ su un’area di 25000 mq – che sarebbe la metà del vecchio paese – la società edilizia Cogero vuole costruire delle case a schiera fino alla lunghezza di 150 metri. La rottura col passato è totale. Il  paese artificiale ‘Borgo Novo’ cancella perfino il nome del posto che da generazioni i campigliesi chiamano ‘Fonte di sotto’. Quello che indigna i fondatori dell’iniziativa civica ‘Comitato per Campiglia’ è l’anacronismo del laissez-faire.”

Questo vecchio paese  e i chilometri di meravigliose spiagge nei suoi pressi sono stati conservati così a lungo – sospira Simona Lecchini Giovannoni – e adesso si dà tutto in pasto alla speculazione. La storica d’arte di Firenze nega che ci sia bisogno di letti aggiunti nelle vicinanze del paese. Dopo il boom degli alloggi in case coloniche ristrutturate e agriturismi chi affitta si lamenta piuttosto della mancanza di ospiti. La politica del Comune non aumenterà il valore della loro offerta .

I costruttori  di Borgo Novo hanno avuto il permesso per un progetto che nel linguaggio burocratico toscano si chiama Residenza Turistica Alberghiera. Evidentemente non è il primo complesso di questo tipo che la Cogero costruisce nei paraggi. “E dire che nel frattempo è chiaro a tutti che queste strutture sono una truffa“ dice Pazzagli. Invece di una struttura tipo albergo per la quale è stato rilasciato il permesso di costruzione le case finite si riveleranno come un insieme di appartamenti di proprietà privata. Più volte la giustizia ha sequestrato insediamenti di questo tipo. L’iniziativa civica di Campiglia ha segnalato il progetto alla Procura della Repubblica. “ Ma è difficile lottare contro i soldi“ dice Alberto Primi un architetto in pensione.

Questo lo vivono anche i confinanti di una zona industriale sotto Campiglia in vista della città etrusca di Populonia. Nell’anno 2003 il Consiglio Comunale cambiava in silenzio la destinazione di 8 ettari di terreno da agricolo a industriale. Anche se nella zona industriale vicina dicono che ci sarebbero ancora spazi vuoti. Il valore di questi terreni fertili in una notte è salito da 400.000 a 7, 5 milioni di euro, calcola Pazzagli. Appartengono alla ditta agricola Fraschiera della famiglia Corsi, che è anche proprietaria della squadra FC Empoli.

Un anno fa dai campi di colpo sono cresciuti dei silos di cemento. Su un’insegna vengono messi in vendita anche gli appezzamenti confinanti. Prossimamente sarà costruito un cementificio e una fabbrica di mattoni accanto ai campi di carciofi di Domenico Barletta. Per le verdure di Barletta le cose andranno male. I suoi carciofi con il marchio dop raggiungono buoni prezzi in Toscana. “Se qui cade polvere di cemento non vale più la pena di coltivare“ dice.

Alla gente del Comitato sembra come se di colpo si fosse rotta una diga. Gli attacchi al paesaggio avvengono sempre nella stessa maniera, lamentano. In Comune di fronte a proposte  di edificazione si fanno varianti al piano regolatore vanificando una pianificazione nell’interesse dei cittadini. “Qui sta l’origine delle moderne ferite della Toscana” dice Pazzagli .

A Cavicchi spezzano il cuore. Dopo la fine della guerra il partigiano si è messo in proprio. Nei tempi migliori la sua ditta edilizia ha dato lavoro a 124 persone. Per mezzo secolo ha lavorato insieme al Comune. Ha costruito ponti, scuole, case. Cavicchi è uno della vecchia guardia che aspira al benessere senza distruggere per questo il suo paese. “Adesso a Campiglia sono all’opera dei delinquenti”, dice amaramente.

14.09.08
Sueddeutsche Zeitung

SULLA STAMPA:

Parco e cave per i tedeschi è un disastro

L’antico borgo collinare della Val di Cornia arriva sulle pagine del prestigioso quotidiano bavarese “Suddeutsche Zeitung”, al centro di un lungo servizio della corrispondente dall’Italia Ulrike Sauer. Ma chi si aspetta di leggere il classico reportage dall’incantevole campagna toscana resterà sconvolto. La giornalista tedesca confeziona infatti un “pezzo” articolato su una serie di piccole interviste ad alcuni dei più accesi oppositori alla politica che è stata messa in piedi dal Comune alla cui guida c’è la sindaca e parlamentare del Pd, Silvia Velo. La vicenda della complicata convivenza fra l’attività del Parco archeominerario di San Silvestro e delle confinanti cave di calcare di Montecalvi, il caso ancora aperto della residenza turistica a Fonti di Sotto, quella dell’insediamento di un cementificio nei campi di Venturina; tutti i temi che fanno discutere l’intera Val di Cornia, anche per le battaglie del Comitato per Campiglia – gruppo di cittadini per la difesa del territorio dalla cementificazione – vengono ripercorsi sulla “Suddeutsche” con un titolo da de profundis: “Addio al mito Toscana”.

07.10.2008

Il Tirreno

Preconfezionato il reportage della Süddeutsche Zeitung – Scrive il Sindaco di Campiglia

Gentile direttore, dopo la lettura dell’articolo “Parco e cave, per i tedeschi è un disastro” (“Il Tirreno” di ieri), che fa riferimento al reportage del quotidiano tedesco “Suddeutsche Zeitung” su Campiglia firmato dalla giornalista Ulrike Sauer, ritengo necessario metterla al corrente sulla corrispondenza seguita con il quotidiano tedesco e sul fatto che al Comune non è stato concesso, almeno per ora, diritto di replica (e di questo mi hanno chiesto scusa con una lettera sia la Sauer che il direttore del giornale tedesco).

Il termine da voi utilizzato per il reportage, “confezionato”, è proprio quello giusto, come si può capire leggendo le due lettere.

La signora Sauer è stata a Campiglia nel mese di agosto incontrando i rappresentanti del comitato per Campiglia, visitando il territorio e intervistando varie persone nonché avvalendosi della collaborazione di concittadini tedeschi facenti parte del comitato per Campiglia, come la signora Annette Leemann che firma anche le foto pubblicate sul servizio del S.Z.

La sottoscritta, attraverso l’ufficio stampa, è stata contattata dalla signora Sauer solo un mese dopo la visita a Campiglia e una lunga intervista, della quale non v’è traccia nel pezzo uscito il 13 settembre, mi è stata fatta il giorno prima, quando il tutto era già stato inviato alla redazione di Monaco secondo una teoria precostituita che è confermata dal fatto che, a parte le lettere private di scuse che ho ricevuto, nessun riscontro c’è stato sul quotidiano, infrangendo a mio parere le regole del buon giornalismo e della correttezza. Tutto questo non fa onore al prestigioso quotidiano bavarese.

Talvolta si fa un gran parlare della presunta scarsa qualità della stampa italiana, ma in Europa non ci sono campioni migliori.

On. Silvia Velo Sindaco di Campiglia M.

08.10.2008

Il Tirreno (Lettere & Opinioni)

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