“La bellezza non può difendersi, dobbiamo farlo noi” Salvatore Settis

«L’ultima cosa a cui pensare è che la foce del fiume Cecina sia un problema di pochi: se dalla mia finestra vedo uno stupro, non chiamo forse i carabinieri? Se difendiamo il paesaggio, difendiamo la libertà personale. Ma d’ora in poi parlerò di principi». Il professor Salvatore Settis, già direttore della Normale, membro dell’Accademia dei Lincei, è venuto a Castellina per parlare del valore costituzionale del paesaggio. D’ora in avanti se ne occuperà da presidente della commissione per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio istituita dal Mibac di cui fa parte, tra gli altri, Giuliano Amato.

«È la terza commissione di questo tipo che presiedo. L’ho fatto con Berlusconi, Prodi e ora con Letta. Ciò dimostra che sul paesaggio tutti i partiti hanno fatto fiasco e, per reazione, negli ultimi 25-30 anni si è risvegliata la coscienza dei cittadini». Le bellezze panoramiche italiane sono offuscate dal cemento. È calcolato che tra gli appartamenti costruiti negli ultimi dieci anni, una cifra variabile tra i 2,5 e i cinque milioni sia rimasta sfitta. Numeri da capogiro, che nascondono lo sfregio imposto al nostro Paese e il fiume di calcestruzzo che ne ha inondato il territorio.«Chi ha interessi e liquidità per intervenire? – si è chiesto Settis – Le mafie. Si dice che la bellezza salverà il mondo, ma da sola non farà nulla se non la difendiamo».

In questo contesto il professore, ieri dalle colonne di Repubblica, ha ricordato, tra gli altri, il caso di Cecina Mare come esempio di una cura del territorio considerata un optional di lusso: «La foce del fiume viene spostata, annientando spiagge e pinete per costruire un porto turistico con 800 posti barca, duemila posti auto, un eliporto, alberghi, appartamenti, centri commerciali, ristoranti, mercati (…). Davanti a questi e altri delitti, si sveglierà il governo Letta?» L’unica arma per invertire la tendenza è quella della legalità, tornare al nesso fortissimo tra cultura, territorio e tutela del paesaggio stabilito dalla Costituzione. «Ma il problema – ha concluso Settis – è che l’Italia si è spaccata in quattro. Il paesaggio è tutelato dallo Stato, il territorio dalle Regioni, il suolo agricolo dal ministero e l’ambiente non si sa. Tutto andrà a rotoli se non si capisce che il valore del paesaggio non sta nel metterlo in vendita».

Il Tirreno 21.8.2013