1

Centrale a biomasse, no dei Comuni – Risposta del sindaco di Suvereto al Comitato

Pioli: «Ci faremo portatori dei sentimenti della gente»

L’impianto di Casalpiano non sarà consentito dal regolamento urbanistico

I Comuni di Suvereto e Canpiglia hanno messo in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per opporsi alla realizzazione di una centrale a biomasse nelle campagne di Casalpiano. E quanto ribadisce nella sostanza il presidente del Circondario e sindaco di Suvereto, Giampaolo Pioli, replicando ancora una volta alle accuse del Comitato per Campiglia.

Pioli prende spunto da alcune dichiarazioni del Comitato, fatte dopo l’assemblea convocata da Circondario, convocata proprio per discutere della variante con cui i Comuni stanno cercando di bloccare la costruzione della centrale a biomasse. «Curioso sostenere, come fa il Comitato – afferma Pioli che “i Comuni si dichiarano contrari, ma in realtà non è vero”. La riprova sarebbe che Campiglia “non si è avvalsa pienamente delle queste facoltà di dissenso” e che ha già autorizzato le serre che, dovendo essere alimentate dalla centrale, aprono la strada all’approvazione della centrale».

Nell’assemblea Pioli sostiene di aver parlato anche a nome degli altri Comuni in qualità di presidente del Circondario. E così riassume la loro posizione. «Appreso da fonti provinciali che una società aveva presentato il progetto, avvalendosi del decreto Marzano, che autorizza a fare centrali simili dappertutto, infischiandosene della pianificazione urbanistica comunale, i Comuni si sono mossi prima di tutto adottando subito una variante che dice, con chiarezza, che impianti di produzione di energia in Val di Cornia si fanno solo in zone industriali o artigianali e non in aree agricole e che riteniamo capace di pesare sulle scelte definitive, di cui sono competenti Provincia e Regione».

I termini di quella variante saranno sviluppati e inseriti nel regolamento urbanistico d’area, agendo in tutti i modi possibili, investendo Provincia e Regione quelle del sentimento nostro e della nostra gente di netta contrarietà».

«Interesseremo anche uffici legali, pronti a dare battaglia anche su questo fronte. Inoltre apriremo un’azione di informazione verso i cittadini, gli agricoltori e chiamando le associazioni di categoria a prendere posizione».

«Il sindaco di Campiglia ed io – prosegue Pioli – abbiamo pubblicamente dichiarato che, se ce ne sarà bisogno, noi saremo con i cittadini e gli agricoltori per manifestare il dissenso di noi tutti. Tutto questo significa assumersi delle responsabilità precise».

«Altra cosa è la questione serre, la cui autorizzazione passa per altre vie, fa parte di un piano aziendale agricolo che non poteva secondo il presidente del Circondario – essere bloccato. Le serre fisse ortoflorovivaistiche sono chiaramente ammesse in quella zona dalla variante agricola del 2001, approvata dalle precedenti amministrazioni. Contiamo che l’auspicato stop al progetto le renda non realizzabili».

«Ci rendiamo conto di aver dato ad alcuni una profonda delusione: molto più comodo sarebbe stato che i Comuni – conclude Pioli – fossero stati a favore della centrale. Avrebbe corrisposto meglio all’immagine che accanitamente si cerca di dare di noi: distruttori del territorio e del paesaggio. La battaglia contro questa centrale, che stiamo conducendo con determinazione, scombussola forse i piani politici di molti. Al punto che, senza paura del ridicolo, la si ignora e si racconta ai cittadini che i sindaci in realtà contrari non lo sono. Noi andiamo avanti, interpretando il sentimento dei tanti cittadini e imprenditori che sono giustamente preoccupati e che sanno che in certe battaglie è più utile il confronto pacato e onesto che guarda alla complessità dei problemi e cerca di risolverli».

31.10.2008

Il Tirreno