Campiglia, quei tesori trascurati: interpellanza dei socialisti + risposta del Comune

Nell’elenco c’è anche il piccolo museo della Rocca. Ad accendere i riflettori sulla situazione sono i Socialisti.

«Lo stato di abbandono in cui si trovano il museo della Rocca di Campiglia e i forni fusori rappresenta una delle opportunità mancate per l’amministrazione di valorizzare il nostro patrimonio storico». Lo sostiene Lido Andreoni, Psi, in un’interpellanza che è oggi all’ordine del giorno del consiglio comunale di Campiglia Marittima.

L’obiettivo di sindaci e assessori, premette, è promuovere il territorio e le sue peculiarità. «Il nostro comune ha fortunatamente molte emergenze storiche e archeologiche da poter proporre e valorizzare – sostiene Andreoni -. L’attuale amministrazione ha espresso, anche nel programma elettorale, sensibilità riguardo a questo argomento, facendone uno dei principali slogan».

Il consigliere socialista sottolinea quelli che ritiene i «molti esempi delle opportunità mancate, alcuni anche oggetto di nostre passate interpellanze. Tra le tante occasioni perdute ci preme evidenziarne almeno due: la gestione, anzi la non gestione, della rocca di Campiglia e i cosiddetti forni fusori, in realtà forni medioevali per ceramica.

Il piccolo museo della Rocca è chiuso e abbandonato a sé stesso ormai da anni. Si tratta di un edificio storico, recentemente ristrutturato con soldi pubblici, all’interno del quale sono esposti reperti di grande interesse archeologico, frutto dei recenti scavi».

Incomprensibile, precisa Andreoni, che venga proposta la valorizzazione del centro storico di Campiglia mentre, paradossalmente, durante Apritiborgo centinaia di persone delle migliaia presenti si accalcano davanti al museo ma trovano chiuse le porte.

«Per i forni fusori la situazione risulta essere ancora più scandalosa – rimarca Andreoni nell’interpellanza -. La vegetazione ha invaso completamente, da anni, l’accesso che sarebbe stato comunque nell’alveo di un fosso, un cartello ingiallito dal tempo sulla strada provinciale sta a indicare delle tettoie irraggiungibili, chiuse con lucchetto così rugginoso da domandarsi se esiste sempre una chiave rugginosa che possa aprirlo».

E citando il vecchio adagio che «la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni – conclude-. A nostro avviso con tutte le sue buone intenzioni questa giunta potrebbe realizzare una grande via di comunicazione. Il Psi chiede al sindaco quali siano le intenzioni della sua amministrazione relativamente a quanto esposto».

Annalisa Mastellone – Il Tirreno 9.10.2019

RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE ALL’INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE LIDO ANDREONI SUL MUSEO DELLA ROCCA E SUI FORNI FUSORI DI FUCINAIA

(Consiglio Comunale del 9/10/2019)

L’Amministrazione ha espresso chiaramente e in più di un’occasione la ferma volontà di tutelare e valorizzare al massimo delle sue possibilità i beni culturali appartenenti alla Comunità di Campiglia. Questa volontà, nonostante i molti problemi da risolvere, non può essere messa in dubbio in alcun modo, perché rappresenta un punto fondamentale del nostro programma politico.
Coerentemente con quanto dichiarato in altre occasioni, siamo già al lavoro per riaprire i due siti oggetto della presente interpellanza, ovvero il Museo della Rocca di Campiglia e quello dei Forni Fusori di Fucinaia.

Il Museo della Rocca di Campiglia, aperto nell’agosto del 2008, nacque con il duplice scopo di esporre alcuni dei reperti ritrovati durante gli scavi archeologici eseguiti in loco qualche anno prima dall’Università di Siena e per rendere visitabile dal pubblico l’interno del cassero del castello di Campiglia, che rappresenta un interessante esempio di architettura militare medievale.
Nel 2008, la gestione del Museo fu affidata dal Comune di Campiglia alla Parchi Val di Cornia, che ne aveva curato l’allestimento, versando a questa società un contributo economico per il servizio effettuato.
Il Museo della Rocca di Campiglia entrò quindi a far parte del circuito turistico della Parchi che faceva pagare un biglietto unico, valido sia per il Museo della Rocca di Campiglia che per la Rocca di San Silvestro.
Nei sei anni in cui il Museo della Rocca di Campiglia è rimasto aperto, il numero medio annuo di visitatori si è aggirato intorno alle 1.400 unità, con una punta di 2.700 unità nel 2011. L’ammontare del contributo versato dal Comune è andato progressivamente diminuendo, di anno in anno, di pari passo con la riduzione dell’orario di apertura del museo da parte della Parchi. Nel 2013 era all’incirca pari a 18.000 euro all’anno, mentre, nel 2014, era sceso a 13.152 euro annui.
Nel 2014, l’allora Amministrazione comunale decise di non rinnovare l’affidamento della gestione del Museo alla Parchi, ritenendolo troppo oneroso rispetto all’insufficiente orario di apertura e per le complesse dinamiche tra gli Enti Locali relativamente agli accordi per la contribuzione.
Per qualche tempo il museo fu gestito direttamente dal Comune che, tuttavia, riuscì a garantirne solo sporadicamente l’apertura, dopodiché la struttura è rimasta chiusa e lo è tuttora.
Attualmente il museo si trova in condizioni di conservazione abbastanza buone, avendo bisogno solo di qualche piccolo intervento di manutenzione, oltre alla pulizia dei locali, delle vetrine e della pannellistica. Stiamo quindi lavorando per ripristinare al più presto la struttura, con l’obiettivo di riaprirla al pubblico e inserirla in un circuito museale unico comunale.

Per quanto riguarda il sito archeologico dei Forni Fusori di Fucinaia, stiamo lavorando ad un progetto di riqualificazione dell’area che prevede la partecipazione di un soggetto privato sponsorizzante, già individuato, che si faccia carico delle spese relative agli interventi di consolidamento degli antichi manufatti e di quelle per il ripristino e la riapertura del sito al pubblico.
Indagando a fondo sulla questione, evidentemente per la prima volta, ci siamo però resi conto, con grande sorpresa, che l’area archeologica scavata negli anni Trenta all’interno della proprietà Del Mancino e attualmente delimitata da una recinzione e da una tettoia con struttura in muratura, non appartiene al Comune di Campiglia come si pensava.
Per poter avviare il progetto occorrerà quindi procedere alla preventiva acquisizione dell’area, secondo le modalità che si riterranno più opportune, cercando di far valere i diritti che, in ogni caso, il Comune vanta sull’area in questione, avendola manutenuta e gestita per decenni senza che nessun altro soggetto ne abbia mai rivendicato il possesso.
Anche il sito di Fucinaia, una volta ripristinato, potrà essere inserito nel circuito museale unico comunale. Se tutto procederà come speriamo, in tempi brevi, saremo in grado di rendere pubblico e illustrare nei dettagli il nostro progetto di valorizzazione degli antichi Forni Fusori di Fucinaia.