“Più che sulle spiagge di Baratti bisogna scavare nei magazzini”
Marco Mosci propone una moratoria e valorizzazione dei reperti.
«Interrompere gli scavi e tirare fuori le meraviglie archeologiche dai magazzini». Marco Mosci, Sinistra per Piombino, interviene sulla questione dell’erosione di Baratti, lanciando proposte e invocando interventi.
«In questi giorni tutti i politici del Partito democratico, di qualunque corrente, si sono espressi riguardo gli scavi a Baratti e la gestione della Costa Est. Se mi si permette di portare qualcosa al dibattito vorrei evidenziare che la tutela della spiaggia come fonte di reddito e di lavoro sia fortemente da tutelare
– sottolinea Mosci – In questi anni sulla Costa Est e su Baratti sono state fatte decine di studi la cui utilità si è fermata nei cassetti delle amministrazioni e nei conti correnti degli studiosi.
Sono ormai oltre dieci anni che si parla di salvaguardare la nostra costa, ma, mentre a Follonica i lavori sono stati fatti a mare e le spiagge tutelate, noi ci siamo limitati a transennare la duna in Costa Est e a creare una discarica di sacconi a Baratti. Non siamo mai riusciti a trovare una soluzione a mare, dove cioè lavora l’erosione, in nessuna delle nostre spiagge». E le foto dei sacconi strappati, ormai a brandelli, sulla spiaggia sotto la chiesina a Baratti, stanno purtroppo facendo il giro del web, fotografati anche dai turisti di Pasqua. I «geotubi» tra l’altro hanno avuto un costo non indifferente, si va ben oltre i centomila euro.
Poi Marco Mosci nel suo intervento ricorda inoltre i rapporti con la Soprintendenza. «Ci siamo inoltre soffermati spesso su una discussione sterile con la Soprintendenza sul modo di fare gli scavi. La Soprintendenza dovrebbe cercare di tutelare tutto ciò che ci appartiene, sia esso un reperto archeologico, sia esso un tratto di mare peculiare come Baratti.
Se dovessi parlare con la Soprintendenza chiederei di interrompere gli scavi a Baratti ed iniziare a scavare negli archivi per tirare fuori ed esporre ciò che è già stato portato alla luce, invece di lasciarlo chiuso nei magazzini. Vorrei che l’amministrazione facesse davvero qualcosa a mare per risolvere i problemi, magari anche sbagliando, ma che lo facesse».
La proposta di interrompere gli scavi era stata lanciata dai renziani di Cambiaverso, da più parti però si era messo in evidenza come le attività archeologiche non sono per forza in contrasto con la tutela della costa, ma possono procedere di pari passo.
La Nazione 30.3.2016
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